Localizzerà sciatori ed escursionisti in pericolo. A Varese il primo centro del Nord Italia
VARESE Una chiamata che arriva alla centrale operativa dei vigili del fuoco, con la richiesta di intervento per due ragazze disperse in una zona di montagna al confine con la Svizzera, dove manca la copertura telefonica. Che fare? Fino a ieri veniva attivato il protocollo di ricerca: prime squadre sul posto, allertamento di volontari e unità cinofile, spesso l’elicottero. Un lavoro impegnativo basato molto su professionalità, conoscenza del territorio e dell’ambiente ma che da oggi ha un nuovo alleato dal nome del personaggio della mitologia greca accostato alle situazioni difficili: Dedalo.
Il nuovo sistema è stato presentato ieri a Varese, città scelta come una delle tre postazioni attualmente disponibili in grado di servire il Nord Italia (gli altri due centri di ricerca si trovano al comando dei vigili del fuoco di Cagliari e in quello di Viterbo, anche se qui la strumentazione viene impiegata prevalentemente per la formazione). «Per capire il funzionamento di Dedalo bisogna pensare a una gigantesca “bolla” che si estende per un raggio di un chilometro, capace di muoversi assieme al personale di terra. Una bolla in grado di agganciare l’utenza telefonica ricercata», spiega Tiziano Maddaloni, istruttore tecnico della Mpm srl di Civitavecchia, l’azienda che ha progettato il sistema assieme ad un team di lavoro composto da 12 tecnici. «Se il telefono della persona da cercare è acceso, Dedalo ricrea nella zona voluta una minincella telefonica Gsm (i tecnici la chiamano «picocella») in grado di contattare direttamente o tramite messaggio il cellulare del disperso». Quando l’apparecchio viene individuato nelle vicinanze, parte una chiamata e nel caso in cui il disperso non fosse nelle condizioni di rispondere, questa tecnologia è in grado di localizzare il punto in cui si trova la persona. I vigili del fuoco di Varese nei giorni scorsi hanno eseguito un test proprio nelle valli del Luinese in un’area che rientra nei 44 chilometri di confine col Canton Ticino dove i telefoni faticano ad avere campo: attraverso l’attivazione della «cellula» Gsm portatile i dispersi sono stati trovati con una approssimazione di cinque metri. L’apparecchiatura viene caricata agevolmente a bordo delle jeep o degli «ucl», i furgoni allestiti da unità di comando locale mobile, ma i sensori possono essere contenuti in uno zaino.
La tecnologia è nata nel 2014 in Sardegna per ovviare al problema delle zone dell’isola prive di copertura telefonica mobile: una tecnologia tuttavia capace di agganciare e trovare il telefono anche durante catastrofi, terremoti e slavine. Il battesimo del fuoco di Dedalo avvenne durante le ricerche dei dispersi dell’hotel di Rigopiano travolto da una valanga nel gennaio del 2017 a Farindola, in Abruzzo. In occasione della presentazione del nuovo sistema di ricerca è arrivato a Varese anche il capo dei corpo nazionale dei vigili del fuoco Fabio Dattilo: «La tecnologia è fondamentale, ma lo è anche l’addestramento degli uomini. Avere dei sistemi per la ricerca delle persone scomparse come quello di oggi è sicuramente un passo avanti per un’attività che è tipica dei vigili del fuoco», ha spiegato.