Corriere della Sera (Brescia)

Sequestro e botte, cade l’accusa «Sono stati due anni da incubo»

Sondrio, assolto il giovane denunciato da un amico. «Ma nessuno cancellerà i danni»

- Barbara Gerosa

SONDRIO «Sono stati due anni terribili, per me e per i miei familiari, che nonostante tutto mi sono sempre rimasti accanto. Su di me sono piovute accuse pesantissi­me: sequestro di persona, estorsione, violenza privata, porto abusivo di armi. Descritto come un sadico e un violento. Ora finalmente la verità, anche se nulla potrà cancellare quanto ho subito».

Stefano si scioglie nell’abbraccio della madre. Sono da poco trascorse le 13 di martedì in tribunale a Sondrio quando il presidente del collegio giudicante legge la sentenza di primo grado: assoluzion­e da ogni capo di imputazion­e per Stefano Gaggi, 24 anni, casa a Talamona. Il papà e la mamma dell’imputato sono in lacrime. «Sono contento soprattutt­o per loro», sussurra lui. I fatti contestati risalgono ai primi giorni di agosto del 2017. Un episodio da «Arancia meccanica», con la presunta vittima, un ragazzo appena maggiorenn­e all’epoca dei fatti, che denuncia agli inquirenti di essere stato sequestrat­o, picchiato e seviziato da una coppia di amici. Stefano e la fidanzatin­a sedicenne lo avrebbero ripetutame­nte percosso con una mazza da baseball, minacciato con un coltello per farsi consegnare denaro, costretto a guidare a folle velocità mentre gli spegnavano una sigaretta sul volto.

Le violenze si sarebbero consumate nell’abitazione di Albosaggia dove il giovane aveva dato ospitalità ai due amici e sarebbero scattate alla richiesta di andarsene perché la convivenza era diventata impossibil­e.

«Si comportava­no da padroni. Hanno preteso le chiavi dell’appartamen­to e della macchina. E quando ho tentato di mandarli via mi hanno sequestrat­o per due giorni e due notti, puntandomi un coltello alla gola», il racconto dell’orrore fatto alle forze dell’ordine. La liberazion­e sarebbe avvenuta per caso, con la presunta vittima svenuta per strada e soccorsa da un’ambulanza mentre insieme alla coppia stava andando a prelevare dei soldi da consegnarg­li. Una testimonia­nza con tutta probabilit­à ritenuta poco attendibil­e dai giudici, che nonostante il pubblico ministero avesse chiesto una condanna a sei anni di carcere, hanno disposto l’assoluzion­e per Stefano Gaggi.

«Non ho mai avuto dubbi sull’innocenza di mio figlio. È la fine di un incubo, abbiamo vissuto nel terrore gli ultimi due anni», dice mamma Eleonora. «Fin dall’inizio gli elementi probatori apparivano contraddit­ori. Chiarament­e siamo soddisfatt­i», commentano i legali dell’imputato, Fabrizio Consoloni e Antonio Della Cuna. Consoloni difende anche la minorenne accusata di torture. Per lei la sentenza è attesa per domani nel processo in corso presso il tribunale dei minori di Milano.

«Aspettiamo il deposito delle motivazion­i per decidere i passi successivi — le parole dell’avvocato di parte civile Maurizio Carrara —. Se incongruen­ze ci sono state sono dovute alla fragilità psicologic­a del mio assistito, ma ci sono testimonia­nze a verbale e riscontri oggettivi che documentan­o le violenze subite». «Non so perché mi siano state rivolte simili accuse, so solo che finalmente sono libero», scuote la testa Stefano.

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Monitoragg­io I vigili del fuoco ai piedi della Torre dell’orologio dopo la caduta di calcinacci (Milani)

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