Sequestro e botte, cade l’accusa «Sono stati due anni da incubo»
Sondrio, assolto il giovane denunciato da un amico. «Ma nessuno cancellerà i danni»
SONDRIO «Sono stati due anni terribili, per me e per i miei familiari, che nonostante tutto mi sono sempre rimasti accanto. Su di me sono piovute accuse pesantissime: sequestro di persona, estorsione, violenza privata, porto abusivo di armi. Descritto come un sadico e un violento. Ora finalmente la verità, anche se nulla potrà cancellare quanto ho subito».
Stefano si scioglie nell’abbraccio della madre. Sono da poco trascorse le 13 di martedì in tribunale a Sondrio quando il presidente del collegio giudicante legge la sentenza di primo grado: assoluzione da ogni capo di imputazione per Stefano Gaggi, 24 anni, casa a Talamona. Il papà e la mamma dell’imputato sono in lacrime. «Sono contento soprattutto per loro», sussurra lui. I fatti contestati risalgono ai primi giorni di agosto del 2017. Un episodio da «Arancia meccanica», con la presunta vittima, un ragazzo appena maggiorenne all’epoca dei fatti, che denuncia agli inquirenti di essere stato sequestrato, picchiato e seviziato da una coppia di amici. Stefano e la fidanzatina sedicenne lo avrebbero ripetutamente percosso con una mazza da baseball, minacciato con un coltello per farsi consegnare denaro, costretto a guidare a folle velocità mentre gli spegnavano una sigaretta sul volto.
Le violenze si sarebbero consumate nell’abitazione di Albosaggia dove il giovane aveva dato ospitalità ai due amici e sarebbero scattate alla richiesta di andarsene perché la convivenza era diventata impossibile.
«Si comportavano da padroni. Hanno preteso le chiavi dell’appartamento e della macchina. E quando ho tentato di mandarli via mi hanno sequestrato per due giorni e due notti, puntandomi un coltello alla gola», il racconto dell’orrore fatto alle forze dell’ordine. La liberazione sarebbe avvenuta per caso, con la presunta vittima svenuta per strada e soccorsa da un’ambulanza mentre insieme alla coppia stava andando a prelevare dei soldi da consegnargli. Una testimonianza con tutta probabilità ritenuta poco attendibile dai giudici, che nonostante il pubblico ministero avesse chiesto una condanna a sei anni di carcere, hanno disposto l’assoluzione per Stefano Gaggi.
«Non ho mai avuto dubbi sull’innocenza di mio figlio. È la fine di un incubo, abbiamo vissuto nel terrore gli ultimi due anni», dice mamma Eleonora. «Fin dall’inizio gli elementi probatori apparivano contradditori. Chiaramente siamo soddisfatti», commentano i legali dell’imputato, Fabrizio Consoloni e Antonio Della Cuna. Consoloni difende anche la minorenne accusata di torture. Per lei la sentenza è attesa per domani nel processo in corso presso il tribunale dei minori di Milano.
«Aspettiamo il deposito delle motivazioni per decidere i passi successivi — le parole dell’avvocato di parte civile Maurizio Carrara —. Se incongruenze ci sono state sono dovute alla fragilità psicologica del mio assistito, ma ci sono testimonianze a verbale e riscontri oggettivi che documentano le violenze subite». «Non so perché mi siano state rivolte simili accuse, so solo che finalmente sono libero», scuote la testa Stefano.