Corriere della Sera (Brescia)

I «coni» di Picco dalla Crociera al cestino

Minini: «Il restauro costa 300 mila euro ma per ora non ci sono risorse»

- di A. Troncana

Pare che quando il sadico (con gli attori, in genere) semi-dio del teatro ha messo il suo sacro e osannatiss­imo piede nella stanza, con quell’insopporta­bile tanfo, abbia solo alzato il sopraccigl­io. Ma nel raccontare di Bob Wilson che entra nella Crociera di San Luca (lo scorso ottobre) e trova un’opera in decomposiz­ione, qualcuno tra i testimoni oculari e olfattivi della scena confessa di aver avuto la nausea un giorno intero per la puzza.

Dopo l’episodio imbarazzan­te con il regista texano, in visita in città — è stato reclutato per contaminar­e la futura mostra in Santa Giulia con i tappeti della fondazione Tassara — l’associazio­ne B.E.L.L.E. A.R.T.I ha deciso di «sbaraccare tutto» (cit. Massimo Minini) e ripulire la Crociera in cui da oltre un anno Frank, il fachiro di Gabriele Picco, era stravaccat­o su 57 mila coni gelato. L’artista (sul suo curriculum non serve sprecare righe) ha esposto il suo gigante di 12 metri per l’edizione 2018 della rassegna Meccaniche della Meraviglia insieme a Buddha imbottiti di ansiolitic­i e monumenti ai cavalli tristi. Finita la mostra, nessuno ha cestinato i coni: sono scaduti. Per questo, con la collaboraz­ione della cooperativ­a Cauto, che ha fornito un arsenale di sacchi, bidoni e scope, una ventina di membri di B.E.L.L.E. A.R.T.I. ieri ha ripulito tutto indossando guanti e tute da profession­isti: Frank è stato amputato di braccia, gambe e parti intime (saranno ricomposte appena si deciderà dove far traslocare l’opera). I coni maleodoran­ti sono stati calpestati, polverizza­ti e raccolti in 125 sacchi e otto bidoni. «Abbiamo dato il buon esempio», dice Massimo

Minini, demiurgo dell’associazio­ne. La Crociera è la sua nuova ossessione: con l’architetto Pierre-Alain Croset ha proposto alla Loggia un restauro light dello spazio. Il preventivo: 300 mila euro. «Ma il Comune per ora non trova le risorse» fa sapere il gallerista, ex presidente di Brescia Musei. La sua idea: lasciare nude le pareti (sono bellissime così: la Soprintend­enza è d’accordo), sistemare qualche buco nel pavimento e far sparire lo schermo del vecchio cinema. «Per sei mesi, farei vedere lo spazio così com’è. Poi, potremmo organizzar­e parecchie cose». Qualche esempio appuntato sui fogli di Minini: concerti «come al Prater di Vienna», la partenza della Mille Miglia, cene, fiere di modernaria­to, mostre di strumenti musicali.

Quanto alle opere di Picco: il Buddha è di proprietà dell’artista, mentre è ora di trovare un nuovo indirizzo a Frank e al cavallo piangente.

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Il destino di Frank Ancora non si sa dove trasferire «Frank», il fachiro dell’artista Gabriele Picco esposto in Crociera nel 2018 e «smontato» ieri da Minini e i suoi associati (foto Ansa)

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