Brescia, già finita la magia: il Sassuolo non perdona
Il Sassuolo di De Zerbi punisce le Rondinelle: vince 2-0 Difesa male, troppe palle gol fallite in una serata storta
Si è infranto un sogno ed è già finita la magia di due vittorie consecutive dopo il ritorno di Corini sulla panchina del Brescia. Il Sassuolo di De Zerbi, infatti, non si lascia impressionare, e continua a raccogliere altri punti pesanti. Al Rigamonti ha piegato il Brescia per 2-0 e sale a 19 punti posizionandosi all’undicesimo posto in classifica mentre il Brescia resta fermo a 13 punti in terzultima posizione.
A sbloccare la partita ci pensa Traorè al 25’ con una conclusione nata da una grande idea di Berardi e nella ripresa ci pensa Caputo al 71’: su cross di Rogerio stop in area e grande girata dell’attaccante che batte Alfonso. Il Brescia dopo il primo gol ha cercato una reazione sbagliando molte, forse troppe, palle gol.
Il Brescia gioca, il Sassuolo vince. Due a zero, all’inglese. O all’italiana se preferite. Di rimessa, cinico, poco «Dezerbiano», ma letale.
Il jolly sul piatto, nel recupero della settima giornata (la partita fu rimandata per la morte del patron nero-verde Giorgio Squinzi), lo pesca l’ex ragazzo di Mompiano, acclamato e premiato prima della partita dalla sua Curva Nord: dimostra di essere cresciuto come allenatore, maturo nella lettura tattica e nella capacità di saper soffrire per poi scatenare in contropiede i suoi velocisti, Boga e Traoré su tutti. Il Brescia è mancato negli ultimi venti metri, vanificando almeno cinque palle gol nitide, costruendo più occasioni rispetto alle recite vincenti con Spal e Lecce. Ma senza concretizzarle. Peccato mortale in Serie A.
Specialmente in uno scontro diretto che, alla vigilia, poteva offrire l’aggancio a 16 punti, fuori dalla zona retrocessione sino all’Epifania. Non è tutto da rifare, perché la crescita è evidente anche nelle serate disgraziate: la sfida di domenica a Parma avrà però un peso specifico maggiore.
Chi è causa del suo mal pianga se stesso: i due gol del Sassuolo sono stati gentilmente offerti da un reparto difensivo tornato al di sotto della soglia della sufficienza. Nella prima circostanza (rete di Traoré al 25’) a un errore di Chancellor è seguita un’indecisione di Mateju, preso in contropiede da Berardi: la conclusione dell’ivoriano è parsa tuttavia alla portata di Alfonso, infilata colpevolmente sul primo palo.
Peggio ancora nella ripresa, allo stesso minuto, quando
Caputo si è girato in un fazzoletto in area di rigore sorprendendo però il portiere con una girata fulminea eppure lenta, terminata in rete dopo aver baciato il palo.
Il Brescia, pur imbrigliato dalla mossa di De Zerbi che ha messo il lucchetto a Tonali, era riuscito tuttavia a trovare la chiave per penetrare tra le maglie del burroso Sassuolo. Torregrossa, costretto a fare il playmaker aggiunto, è stato poco lucido sotto porta riuscendo però sempre a offrire trame nuovo al gioco, specie sulle fasce laterali. Nella ripresa per tre volte, di testa, il pareggio è parso ormai fatto: Cistana e Balotelli (acclamato e coccolato dai quasi 15 mila presenti) hanno dato l’illusione del gol, il capitano si è fatto ipnotizzare da Pegolo mentre Ndoj, subentrato a Spalek nella ripresa, non ha avuto freddezza e velenosità necessarie per superare il muro neroverde in area di rigore. Il calcio non è strano, è questo. Altrimenti, non sarebbe lo sport più amato al mondo.
Corini ne conosce le regole, fra tre giorni avrà una nuova chance.