Grana Padano I dazi e la Dop dei record
Quest’anno vendute nel mondo 5,2 milioni di forme, Brescia seconda provincia produttrice
Il Grana Padano si conferma il prodotto Dop più consumato al mondo e continua a crescere, più forte delle imitazioni, e anche dei dazi. Nel 2019 sono infatti state prodotte quasi 5,2 milioni di forme con un incremento sul 2018 del 5,1%. L’export, con oltre 2 milioni di forme, rappresenta il 41% del prodotto marchiato e fa registrare un +5,2% sul 2018. La Germania si conferma primo mercato estero. Sono questi i dati presentati ieri durante l’assemblea generale del Consorzio. Al ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, in videocollegamento, il presidente del Consorzio, Cesare Baldrighi, ha chiesto rassicurazioni sul posizionamento del prodotto su alcuni mercati.
CASTELNUOVO DEL GARDA (VERONA) Il Grana Padano si conferma il prodotto Dop più consumato al mondo e continua a crescere, più forte delle imitazioni, e anche dei dazi. Nel 2019 sono infatti state prodotte quasi 5,2 milioni di forme — Brescia è la seconda provincia, dietro solo a Mantova con 1,2 milioni — grazie a un incremento sul 2018 del 5,1 per cento. L’export, con oltre 2 milioni di forme, rappresenta il 41% del prodotto marchiato e fa registrare un +5,2% sul 2018. La Germania si conferma primo mercato estero con un totale di ben 517.000 forme. Sono questi, in sintesi, i dati presentati ieri durante l’assemblea generale che ha visto il collegamento in videoconferenza del ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, a cui il presidente del Consorzio, Cesare Baldrighi, ha chiesto rassicurazioni in merito ad alcuni punti strategici che riguardano il posizionamento del Grana Padano sul mercato interno e, soprattutto, su quelli stranieri. «Le domandiamo — ha detto Baldrighi
— di accompagnarci in un percorso che sfoci nella definizione di una normativa che indichi chiaramente la provenienza dei prodotti sugli scaffali dei negozi e dei supermercati e che, dato il trend crescente di consumare sempre più pasti fuori casa, metta i prodotti Dop utilizzati dai ristoranti in evidenza nei menu». Inoltre il presidente del Consorzio ha aggiunto: «Vorremmo più tempo per valutare correttamente il decreto di rinnovo dei consorzi poiché con la nuova Pac rischiamo di avere un testo non sintonico». Infine la questione delle questioni, vale a dire i dazi all’importazione negli Usa decisi dall’amministrazione Trump: «Sappiamo — ha detto dal palco Baldrighi — che è una partita quasi tutta nelle mani di Trump e che l’unica mediazione possibile è in sede comunitaria, ma le facciamo presente che fra i produttori la preoccupazione è altissima, poiché abbiamo ragione di ritenere che a febbraio, dal già insostenibile 25%, si potrebbe passare al raddoppio del dazio».
Tutte questioni a cui il ministro Bellanova ha cercato di rispondere con puntualità: «Lo abbiamo detto in Europa lunedì: non possiamo essere vittime di algoritmi nazionali. Come si può pensare che vicino al marchio Dop europeo sul Grana Padano poi si possa trovare il nutriscore che mette il semaforo rosso. È inaccettabile. Se siamo il secondo Paese al mondo per longevità dopo il Giappone, è anche frutto della nostra dieta. E allora su cosa mettere in etichetta credo dovremmo essere ascoltati. Per questo è necessaria anche in Italia una vera alleanza con i consumatori». Sui dazi ha poi aggiunto: «Trump mira a dividerci mettendo dazi non sui prodotti europei ma nazionali, ecco perché la risposta deve essere europea». In sala anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Fabio Rolfi, che ha proposto di introdurre nei ristoranti, come già si fa per i vini, una carta dei formaggi.
Baldrighi Sappiamo che i dazi sono una partita nelle mani di Trump, ma l’Europa deve fare fronte comune poiché la preoccupazione fra i produttori è altissima Bellanova Trump mira a dividerci mettendo dazi non sui prodotti europei ma nazionali, ecco perché sono convinta che la risposta deve essere europea