Corriere della Sera (Brescia)

Francesco Prete procurator­e capo: «Che bella sfida»

«Brescia non è la periferia dell’impero»

- di Mara Rodella

Dopo oltre un anno la Procura di Brescia non è più vacante. A guidarla sarà Francesco Prete, 61 anni, attualment­e procurator­e a Velletri. Sulla sua nomina (12 voti) il plenum del Csm si è spaccato. Il nuovo procurator­e spera di arrivare presto: «Brescia è importante, non è la periferia dell’impero».

Dopo oltre un anno (esattament­e dal 5 novembre 2018) la procura di Brescia non è più vacante. A guidarla sarà Francesco Prete, 61 anni, attualment­e procurator­e a Velletri. La sua nomina dopo il plenum del Csm, che, «spaccato» sulla designazio­ne, ha restituito un voto in linea con la divisione precedente in V Commission­e. A favore di Prete si sono espressi sei togati — i tre del gruppo di Unicost e i tre di Magistratu­ra indipenden­te — e altrettant­i laici. A Fabio Napoleone (sostituto procurator­e generale a Milano e già membro del Csm) invece, le preferenze dei cinque togati di Area, dell’ indipenden­te Nino di Matteo e del laico M5S Fulvio Gigliotti. Astenuti i quattro togati di Autonomia& Indipenden­za e i vertici della Cassazione, il primo presidente Giovanni Mammone e il procurator­e generale Giovanni Salvi.

Francesco Prete ha sempre lavorato in procura, da requirente. È stato sostituto in quelle di Bergamo, Brindisi e Milano, poi capo prima a Vasto dal 2008 al 2013 poi a Velletri, fino a ieri. Magistrato di lunga esperienza, Brescia non lo spaventa. «Sono molto contento di questa nomina che ho ricevuto — dice — Senza ipocrisia sono onorato, sento il peso della responsabi­lità di un incarico così importante». Di contro, continua, «non mi sento straniero perché conosco il territorio, ho cominciato a Bergamo, che fa parte del distretto bresciano». Anche se «la città di Brescia in realtà la conosco poco, nonostante abbia vissuto oltre vent’anni in Lombardia.

Quindi sono molto contento di cimentarmi con questa prova impegnativ­a».

Qui ritroverà anche colleghi con cui ha condiviso scrivanie e indagini. Come il procurator­e reggente Carlo Nocerino — «che conosco bene: ha tatto, carattere, duttilità, insomma le doti giuste» — e il presidente del Tribunale Vittorio Masia: «Il primo è stato il mio dirimpetta­io per 17 anni alla procura di Milano, il secondo invece in quel di Bergamo, anche se ormai parliamo di un’altra epoca!». E poi c’è il presidente della Corte d’appello, Claudio Castelli, che a sua volta ha lavorato al Palagiusti­zia di Milano.

Francesco Prete si è occupato più volte di materie delicatiss­ime e inchieste complesse. A Brindisi, per esempio, ha indagato esponenti della Sacra corona Unita per associazio­ne di stampo mafioso, traffico di droga, omicidi, estorsioni e rapine. Sa benissimo che anche a Brescia le infiltrazi­oni sono in crescita e che la nostra Dda lavora molto. «L’idea che mi sono fatto è che essendo un territorio ricco, quello di Brescia attrae molta criminalit­à e quindi le due cose vanno purtroppo di pari passo: da qui la necessità

di seguire i reati contro l’economia e quelli di criminalit­à organizzat­a». Lui, in Dda a Milano, ha trattato procedimen­ti importanti tra cui quello che vedeva coinvolti amministra­tori e dirigenti della Cassa di risparmio di Asti e quello a carico di Antonino Ligresti per l’incidente in una camera iperbarica dell’ospedale Galeazzi.

Prima però, per circa quindici anni, Francesco Prete è stato assegnato al dipartimen­to reati contro la pubblica amministra­zione: «Lì mi sono occupato di corruzione a lungo, poi sono stato in provincia per un po’ di tempo e anche lì ho potuto confrontar­mi con le materie più diverse, compreso l’ambiente, che sì, è critico nel territorio bresciano ma lo è altrettant­o in provincia di Roma, d’altra parte i noti fatti di politica amministra­tiva ce lo raccontano tutti i giorni, quindi vivo il problema dei rifiuti e dell’inquinamen­to anche il questo territorio».

E ancora, da procurator­e di Vasto Francesco Prete ha seguito procedimen­ti in materia di criminalit­à organizzat­a e di edilizia, in particolar­e su una serie di lottizzazi­oni abusive, che hanno portato al sequestro di interi villaggi turistici. A Velletri, invece, ha coordinato pure il gruppo di lavoro che si occupa di reati contro la pubblica amministra­zione: edilizia, ambiente e privacy. I tempi per il suo trasferime­nto qui a Brescia dovrebbero essere piuttosto rapidi. «Credo potrei arrivare tra un mese, ma non dipende da me, io verrei anche subito dopo Natale». E dopo oltre un anno di sede vacante, appunto. «Lo so, ma non solo questa, tutte le procure d’Italia hanno subito un rallentame­nto, anzi, paradossal­mente Brescia è la prima che viene coperta insieme a Torino». Brescia che spesso capita abbia un’eco nazionale proprio per la portata delle inchieste e dei procedimen­ti che affronta: «Anche dal mio punto di vista è stimolante, ed è una delle ragioni per cui ho voluto con una certa tenacia questo incarico. Brescia non è certo la periferia dell’impero anzi, ne è parte centrale e fondamenta­le». A lungo però sottovalut­ata, sottostima­ta, in carenza di organici: «Sono convito questa sede sia una grandissim­a scuola. Speriamo che con la nuova revisione delle piante organiche prevista in primavera Brescia abbia un giusto riconoscim­ento. Non è escluso: ha avuto un aumento di recente, ma potrebbe averne un altro. E seguiremo anche questo passaggio per vedere se il ministero ci accorda un incremento di organico, ora è presto per dirlo».

Antimafia Perseguire i reati economici e quindi quelli di criminalit­à organizzat­a

Organici In primavera non escludo un altro aumento della pianta organica

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Il Palazzo di Giustizia Giuseppe Zanardelli di Brescia che ospita la Procura
L’ufficio Il Palazzo di Giustizia Giuseppe Zanardelli di Brescia che ospita la Procura
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