Opera, quanta magia
La musicologa Roberta Pedrotti racconta un genere che non tramonta
Una prosa elegante come un’aria mozartiana per dischiudere un orizzonte immenso, quello del melodramma, arte italiana per eccellenza.
Si intitola «Storia dell’opera lirica. Un immenso orizzonte. Dalle origini ai giorni nostri» (Odoya editore, 20 euro) l’ultima fatica di Roberta Pedrotti, valente musicologa bresciana.
Roberta Pedrotti da anni con il suo sito «L’ape musicale» è diventata un punto di riferimento per i melomani nazionali ed è stata recentemente premiata per la diffusione dell’opera rossiniana nel mondo per il suo «Le donne di Gioachino Rossini». L’abbiamo
intervistata.
Perché una nuova storia dell’opera lirica?
«L’opera è un “orizzonte immenso” (mi piace citare i versi dal finale di Guillaume Tell) e richiama attenzione e curiosità, i dati statistici dicono che il suo pubblico è in crescita, l’attività delle grandi istituzioni internazionali è florida, il melodramma è in espansione in tutti i continenti. Fra tanti, splendidi e coltissimi, volumi dedicati all’opera ho pensato a una mappa per il pubblico di oggi, per seguire dei percorsi nella storia dell’opera, per esplorarne la natura, le costanti, le evoluzioni. Per parlare delle sfide del presente e del tema, tanto dibattuto, dell’interpretazione del teatro lirico, dei miti delle età dell’oro, della dimensione teatrale, dei media, delle innovazioni e delle tradizioni».
Come si articola il volume? «Il cuore del volume è costituito da blocchi cronologici: le origini, il Seicento, il Settecento, l’Ottocento e dal Novecento “al domani”. All’interno di questi blocchi ho cercato di sviluppare dei percorsi tematici, aprendo all’occorrenza delle schede o degli “intermezzi” (per esempio sui castrati o sui luoghi dell’opera). Ho preferito cercare di tessere una rete di fili conduttori, come l’esotismo, la politica, la follia, il rapporto con i media, la riproducibilità tecnica dell’arte... Un’introduzione racconta un po’ della peculiarità di questa forma d’arte unica e complessa e della passione che suscita, mentre in coda ho pensato di inserire alcune indicazioni dedicate ai neofiti, ma non solo: i registri vocali (e si parla anche di cantanti transgender), direttori, registi, nonché qualche suggerimento per avvicinarsi all’opera anche con leggerezza. Devo poi ringraziare per aver firmato prefazione e premessa i maestri Azio Corghi, compositore, e Francesco Lanzillotta, direttore d’orchestra e compositore».
Cosa rappresenta l’opera lirica per l’Italia e per il mondo? Quale l’attualità di questa forma d’arte?
«L’opera nasce in Italia e subito si mette in viaggio. La grandezza di questa forma d’arte risiede nella sua complessità, nell’essere il frutto di un’unione indissolubile di teatro e musica in cui si incontrano e collaborano diverse professionalità, fra arte e artigianato. L’opera ha una forte identità ed è accogliente, sa presentarsi in mille volti differenti, vive mille vite, è luogo d’incontro, di confronto, di dialogo e dibattito. Fatico a immaginare qualcosa di più attuale e prezioso, per noi esseri umani del XXI secolo».
Tu hai dedicato un bel saggio alle donne di Rossini. Qual è l’immagine di donna — o quali sono i modelli di donna — che emergono dal teatro d’opera?
«Le donne hanno sempre inciso moltissimo nella storia dell’opera. L’evoluzione della condizione femminile e della sua immagine nell’arte si riflette ovviamente anche nell’opera; complici poi tanti e tante interpreti, sulla scena le eroine spregiudicate o dolenti, angeliche o fatali, incarnano spesso anche in senso più ampio ideali e poetiche».
Cosa c’è di Brescia in questo tuo libro?
«Il richiamo più evidente alla nostra città è proiettato al futuro. Parlando dei compositori di oggi, non ho potuto non soffermarmi sul nostro concittadino Mauro Montalbetti e soprattutto sulla sua Il sogno di una cosa, commissionata dal Grande per i quarant’anni dalla strage di Piazza Loggia. Penso che si tratti non solo di un testo che tocca profondamente noi bresciani, ma anche di un’opera di grande valore musicale nel suo mettere in dialogo stili e forme musicali. Un bell’esempio di come l’opera oggi sia viva non solo nella riproposta del passato, ma anche nella creazione di nuovi titoli».
Poliedrica
L’autrice, che cura un sito musicale, dedica un libro alla storia della lirica fino ad oggi Rete
Ho scelto una rete di fili conduttori: l’esotismo e la politica, la follia e il rapporto con i media Brescia
A Brescia ho dedicato spazio a Mauro Montalbetti e al suo «Sogno di una cosa»