Tribunale anche i giudici lavorano da casa
Cause in videoconferenza per stare in famiglia
Il lavoro, la giustizia, ma anche il tempo per la famiglia e i figli. Il decreto organizzativo del presidente Vittorio Masia apre a una soluzione lavorativa che tenga conto del tempo che i magistrati devono dedicare alla famiglia: ecco allora le cause civili in videoconferenza per consentire alle mamme e ai papà di trascorrere più tempo con i bambini. Ma in prospettiva si pensa anche a un nido in Tribunale, così come a una palestra.
"Masia Anche in questo modo Brescia potrà diventare una sede più appetibile per i magistrati
Sia mai, che un giorno non ci siano un asilo nido a pochi metri e persino una palestra. L’idea c’è. Perché se i figli piccoli sono vicini e al sicuro, così come se ci si concede un po’ di fitness in squadra, si lavorerà meglio e più volentieri.
Magari anche da casa, se possibile. A distanza. Questa non è più solo un’idea: il presidente del tribunale Vittorio Masia, ha emanato un decreto ad hoc per migliorare la qualità della vita — professionale e personale — dei magistrati in servizio nei nostri uffici. Il documento, inserito nella lista degli obiettivi prioritari del Documento organizzativo generale del tribunale, si chiama «Benessere organizzativo, tutela della genitorialità e della salute». Il tribunale a misura di famiglia: ci si prova insomma. E «con provvedimenti appropriati, a concreta salvaguardia dei magistrati che hanno motivi di salute che possano impedire loro alcune attività d’ufficio» per esempio. Come pure si terranno in considerazione «gravidanza, maternità, paternità e malattia». E sono solo alcuni esempi, i più emblematici.
A seguito di una rinnovata attenzione alla tutela della genitorialità, le linee guida «richiamano la necessità di procedere all’organizzazione degli uffici rispettando le esigenze dei magistrati in maternità e, più in generale, della compatibilità del lavoro con i bisogni famigliari e i doveri di assistenza, in particolare per coloro che hanno figli piccoli». Anche a fronte dei notevoli carichi di lavoro e delle poche risorse, questo è noto purtroppo. E allora ecco «la videoconferenza applicata alla camera di consiglio nel processo civile», già utilizzata anche a livello europeo. In sostanza, sarà allestita in tribunale una sorta di «call conference room» che consentirà ai magistrati impossibilitati, di partecipare «alle camere di consiglio direttamente da casa, utilizzando il tele-collegamento audio-video Lync, o equivalenti». Sarà previsto uno spazio con due computer e uno schermo installato a muro, così da consentire la contestuale partecipazione dei componenti della camera di consiglio alla discussione. Attenzione, però, «le modalità di partecipazione telematica trova applicazione nei casi di oggettivo impedimento del giudice civile, consentendogli quindi di esercitare le sue funzioni anche da casa».
E ancora, le «pari opportunità»: gravi necessità dei figli e allattamento «saranno considerate quale possibile motivo di trattazione del processo a un orario specifico, o di rinvio dell’udienza, qualora riferite al genitore avvocato che ne abbia la cura prevalente» e non ci siano alternative. Precedenza a magistrati e avvocati in gravidanza e, non da ultimo, attenzione sul linguaggio in aula: mai discriminatorio. Obiettivo: ne esca «rafforzata l’immagine complessiva del sistema giustizia, il quale non può che promuovere e garantire le migliori condizioni che rendono effettivo il diritto al lavoro di tutti i suoi protagonisti». Perché anche così, ne è certo Masia, «Brescia sarà una sede più appetibile. Rispettosa di chi lavora, sempre».