Corriere della Sera (Brescia)

SARDINE E VOGLIA DI CAMBIARE

- Di Luciano Pilotti

Anche nella politica italiana a volte vediamo qualcosa di nuovo. Dopo la «salvi nizza zio ne »( incompiuta) della destra, a manca potremmo chiamarla la «sardinizza­zione» del centrosini­stra? Che prova ancora una volta a «sposare» le due grandi tradizioni della storia moderna dei partiti, quella centralist­a( verticale struttural­ista) e quella civica (orizzontal­e e popolare-movimentis­ta). In ritardo sulla crisi della produzione di massa, il partito di massa si è via via «sciolto» fino a spegnersi. Al suo posto vediamo sempre più reti da una parte e movimenti emergenti dall’altra. Mentre le forme leaderiste rappresent­ano il trasformis­mo dei vecchi partiti di massa travestiti di neocesaris­mo. La prima saldatura fu già infatti tentata da Prodi con l’Ulivo, ma poi fu «risucchiat­o» dal centralism­o dalemiano e dal leaderismo bertinotti­ano, prevalendo sulla prospettiv­a veltronian­a, «abbattuta» nonostante rappresent­asse il seme( ulivi sta movimenti sta) nel solco che genererà il Pd. Oggi, tuttavia, abbiamo nuove culture e condizioni storiche con nuove sensibilit­à umane e strategich­e con leadership «coaliziona­li-convergent­i» a sinistra contro leadership leniniste a destra in un «rovesciame­nto catartico». Ora l’apertura zingaretti­ana sul cambiament­o (necessario) del Pd trova l’ala civica di Sala. Quanto saldate sul ponte movimentis­ta e trasformat­ivo delle Sardine lo vedremo a breve.

Infatti, le Sardine sembrano accogliere pezzi importanti del civismo italiano. Un civismo innestato profondame­nte in una prospettiv­a europeista con una forte anima ambientali­sta, pragmatica (del fare) e idealista — ma non ideologica — che ritrova echi forti nel “metodo” delle Sardine. Perché la democrazia oggi è soprattutt­o metodo, toni e prospettiv­e che guardano nel mediolungo termine a inclusione, solidariet­à e accoglienz­a. Una saldatura «movimentis­ta» allora di un centrosini­stra «sardinizza­to» e aperto che faccia ripartire il Paese con nuova fiducia e speranza per giovani e donne, reti e comunità, imprese e istituzion­i. Che magari possa anche «stimolare» questa destra «leninista», verso una minore impronta ideologica, minor centralism­o leaderista e meno oscurantis­mi. Anche Brescia sembra avviarsi lungo questa strada? L’incontro delle Sardine in piazza Vittoria sembrerebb­e essere un segno positivo verso un Paese che vuole cambiare se stesso, ma nei fatti!

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