«Servono più magistrati»
Castelli (Corte): considerare le cause in base all’organico
Aggiornamenti, link, numeri e considerazioni: messi nero su bianco in una mail che il presidente della Corte d’appello, Claudio Castelli, ha inviato ai colleghi. Perché il ministero ha reso nota la proposta di aumento di organico, in pianta, per gli uffici giudiziari di primo e secondo grado: «Invito tutti a leggerla, soprattutto per la proposta a mio avviso del tutto deludente che riguarda il nostro distretto». In cifre, in arrivo ci sono 9 rinforzi: 4 consiglieri in più in Corte d’appello (passano da 35 a 39), un giudice in tribunale (da 71 a 72), 2 sostituti in procura (da 28 a 30), un giudice al tribunale dei minori (da 7 a 8) così come un pm in procura minorile (da 3 a 4). In totale si passerebbe, negli uffici bresciani, da 144 a 153 magistrati.
Ma «al di là dei criteri generali utilizzati e delle rispettabili scelte di fondo adottate dal ministero, cioè potenziare le corti d’appello nelle quali si registrano tempi doppi di smaltimento delle cause rispetto ai tribunali, gli uffici metropolitani e i tribunali distrettuali, credo questa soluzione sia penalizzante in particolare proprio per Brescia e Bergamo», chiosa Castelli. Secondo il quale questa distribuzione di risorse deriva dalal l’analisi di molti parametri. Troppi. Ma nessuno decisivo». A Brescia, dice, ne basterebbe uno: «Considerare il numero di procedimenti iscritti in rapporto all’organico». In primo grado, per esempio, «tutti i nostri tribunali e le procure, ad eccezione di Cremona, registrano un carico di lavoro nettamente superiore rispetto alla media nazionale che è di 662 per i tribunali e 623 per le procure». Il tribunale di Brescia arriva a 849, la procura a 824. «Da noi mancano giudici di primo grado, questa distribuzione non può funzionare». Il tribunale, conferma il presidente Vittorio Masia, conta «una scopertura di magistrati pari al 18%, percentuale che sale al 27% considerando invece gli amministrativi: ne mancano oltre 60 su 177. Siamo in una situazione critica, per mancanza di cancellieri e assistenti abbiamo ridotto le udienze penali». E non va meglio per i giudici: «Ne mancano due per ogni sezione, pari 25%. La nuova pianta organica è decisamente penalizzante, concorda Masia con il collega Castelli. Eppure Brescia è considerata paradossalmente «privilegiata», visti i 70 posti in più concessi nel 2016: «Ma non se ne sono visti! Anzi — tuona Masia — l’anno dopo siamo stati sommersi da competenze distrettuali: la protezione internazionale (5mila ricorsi in due anni), le misure di prevenzione, le insolvenze. Cambiamenti che richiedono un aumento di risorse o almeno applicazioni extra-distrettuali, invece ce la siamo cavata con le nostre forze». Nel 2019 una scelta forte, «per evitare il collasso»: «Si è deciso di trasferire alcuni giudici dal dibattimento all’ufficio gip (oggi ci sono 10 giudici contro gli 11 in pianta organica), ma la coperta resta corta, ovviamente».
In media dal 2016 al 2018, il primo grado civile, a Brescia, vede iscritti 37.083 fascicoli (-21% sul 2014) e 23.231 nel penale (-26%), per oltre 39 mila pendenze (comunque in calo del 4%) che diventano 698 in relazione all’organico (stesso parametro: 1.669 in procura).
Con la riforma, analizza poi Castelli, «tribunale e procura minori hanno un rapporto del tutto sperequato con il bacino di utenza: un giudice ogni 76.999 minorenni per il primo, contro una media nazionale di 59.032 e un pm ogni 179.664 contro una media di 90.800». E allora, «è una proposta su cui il Consiglio giudiziario prima e il Csm poi devono dare un parere motivato», senza dimenticare che il ministro ha tenuto da parte circa 30 posti, a disposizione di eventuali correzioni del Consiglio. «Dobbiamo lavorare a tutti i livelli, istituzionali e associativi, per avere un congruo aumento che potrà essere accolto solo se saremo capaci di articolare richieste chiare con obiettivi e numeri e forti per argomentazioni».
"Castelli Lavorare per ottenere un aumento congruo di risorse