Brescia fatto in casa
Massimo Cellino compra stranieri, buon ultimo Simon Skrabb (ha scelto il 23 che era di Morosini diretto a Ascoli), ma le rondinelle sono tutte a trazione autoctona. Nessuno come il Brescia, dà fiducia ai giocatori italiani. Non a parole, bensì con i minuti in campo. Al termine del girone d’andata, sono 12.665 quelli totalizzati da Sabelli (non ne ha saltato nemmeno uno) e compagni, che distanziano in modo netto i salentini, secondi nella speciale classifica con 11.310 minuti complessivi. Due squadre in lotta per non retrocedere, così come la Spal, ultima nella classifica reale e quarta in questa, a quota 10.148: verrebbe da pensare che chi sceglie il tricolore non brilli per qualità, ma il terzo posto del Torino (10.562) in piena corsa per l’Europa League sgombra subito il campo dalle illazioni. Tra le prime otto c’è persino l’Inter, così come Sassuolo, Verona e Sampdoria – dal quinto al settimo posto – che a fasi alterne si sono fatte apprezzare per gioco e risultati. Alla fine del mercato mancano 15 giorni, qualche nuovo rinforzo proveniente dall’estero arriverà ancora (Zajc e Bourabia sono i papabili), tuttavia la spina dorsale del Brescia era e resterà italiana. E, considerando le valutazioni spesso gonfiate – un malcostume italico, sin dalle categorie giovanili - per chi è nato nel nostro Paese, dove nel calcio il Made in Italy di qualità si paga sempre di più, qualora dovesse materializzarsi l’incubo della retrocessione, il mercato in estate fornirà almeno un salvagente per le casse del club.
Tra i più utilizzati, oltre al già citato Sabelli, ci sono Bisoli e Tonali: nella gestione Corini, hanno sempre giocato dal primo minuto in A o in B, salvo squalifiche. La valutazione di Sandro si è già attestata attorno ai 50 milioni, quella di Dimitri ha superato i sei. Alle loro spalle c’è Andrea Cistana, la migliore intuizione del presidente, il cui prezzo è già in doppia cifra. A chiudere la top five ecco Romulo, brasiliano di nascita e naturalizzato italiano. Balotelli (che ieri non si è allenato perché influenzato) è sesto, ma pesano le quattro giornate iniziali di squalifica. In una Serie A dove oltre il 60 cento dei giocatori proviene dall’estero, le rondinelle sono mosche bianche. Il verdetto sportivo, a maggio, decreterà la bontà delle scelte presidenziali. La strategia societaria però non muta: a Torbole Casaglia,
da ieri, si allenano anche la Primavera e l’Under 17, composte in gran parte da ragazzi locali. Gli italiani, anzi i bresciani, del domani sono già qui.