Scandalo sanità , «Lady Sorriso» condannata a 12 anni
Odontoiatria e malaffare: riconosciuti l’associazione a delinquere, la corruzione e la turbativa d’asta
MONZA Dodici anni per associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta. Pena più alta della richiesta a dieci anni e sette mesi della Procura di Monza per Paola Canegrati, nota alle cronache dal 2016, all’epoca degli arresti dell’inchiesta «Smile» sul malaffare nei contratti dell’odontoiatria ospedaliera, come «Lady Sorriso».
La sentenza di primo grado è arrivata nel pomeriggio di ieri. Il collegio presieduto dal giudice Alessandro Rossato ha condannato anche il dirigente di odontoiatria al Policlinico di Milano Giorgio Alessandrì, il presidente del consiglio d’amministrazione di Elledent Giuseppe Nachiero (per loro il verdetto è stato quattro anni) e il supervisore del servizio di odontoiatria dell’ex Azienda ospedaliera di Desio e Vimercate Stefano Garatti (un anno e quattro mesi dopo la riqualificazione del reato di corruzione in quello di abuso d’ufficio). Assolto invece il commercialista bergamasco Giancarlo Marchetti, considerato dalla pubblica accusa come il «braccio destro di Canegrati». Riconosciuto infine il diritto al risarcimento, da stabilire davanti al tribunale civile (senza provvisionale), a favore di Regione
Lombardia, mentre sono state respinte le pretese delle altre parti civili.
Gli arresti dei carabinieri del Nucleo investigativo di via Moscova, coordinati dal pm Manuela Massenz, risalgono al 2016, e avevano alzato il velo su un «sistema corruttivo» nell’ambito dei service odontoiatrici, a partire da quello di Vimercate. Canegrati era finita in carcere a San Vittore (dove è rimasta per sei mesi) con l’accusa di aver fatto «incetta» di appalti grazie ai suoi contatti nel mondo della sanità lombarda, e soprattutto al suo «rapporto privilegiato» di conoscenza con l’ex presidente della commissione Sanità in Regione per la Lega, Fabio Rizzi, e con il portaborse di quest’ultimo, Mario Longo. Rizzi e Longo hanno chiuso la loro vicenda processuale con il patteggiamento a due anni. Anche Canegrati aveva provato a patteggiare, ma quattro anni non era stata giudicata pena «congrua» dal tribunale. I guai giudiziari della donna, peraltro, non si esauriscono con la vicenda definita ieri dai giudici monzesi di primo grado.
«Lady Sorriso», uno dei soprannomi che emergono dalle carte, è coinvolta anche nel filone bis dell’inchiesta «Smile», relativo ad altri presunti reati di bancarotta e di natura fiscale. In questa tranche, attualmente pendente davanti al gup, l’imprenditrice della Servicedent avrebbe già raggiunto l’accordo per il patteggiamento, dopo aver risarcito il danno all’Erario.
L’inchiesta del 2016 L’indagine aveva alzato il velo sul sistema dei «service» a iniziare da quello di Vimercate