EX CASERMA RANDACCIO UNA POLITICA TARIFFARIA CHE SUSCITA PERPLESSITÀ
Carissimo Tedeschi, domenica pomeriggio mi sono recato al Nuovo Eden e provenendo dalla provincia ho dovuto cercarmi nel parcheggio a pagamento Randaccio in via Lupi di Toscana. Mi è costato di più il parcheggio del biglietto del cinema. Chiedo come è possibile che un servizio costi di più di ciò per cui questo servizio mi serve? Oltretutto al Nuovo Eden il servizio biglietteria non chiedeva alcun impegno al consumatore giacché la biglietteria era provvista di un addetto; mentre nel parcheggio, per ottenerne il servizio ho dovuto impegnarmi come forza lavoro “non retribuita”, costretto a servirmi della cassa automatica.
Giuseppe Marchetti Carissimo Giuseppe, lei ha qualche motivo per dolersi. Fatto salvo che l’occupazione del suolo cittadino (un bene limitato) non può essere perennemente gratuita e illimitata, resta il problema della coerenza fra costo e servizio dei parcheggi. Il costo con il biglietto del Cinema Eden è un metro di confronto impegnativo perché Brescia Musei (il titolare) tiene giustamente basso il costo (6 euro, che diventano 5 per molte fasce di utenti). Il parcheggio Randaccio costa 1,70 euro per ognuna delle prime tre ore. La cifra non raggiunge quella di piazza Vittoria (3 euro la prima ora, 2,10 nella seconda e nella terza) o della Stazione (2 euro l’ora per le prime tre). In compenso la tariffa Randaccio è allineata ai parcheggi più frequentati: Palagiustizia, Brescia Due, Ospedale Civile Nord e Sud, Fossa Bagni. A Piazzale Arnaldo, Freccia Rossa e Crystal invece si paga 1 euro l’ora. La politica tariffaria è corretta? Qualche dubbio sorge. Il parcheggio Randaccio non pare mai molto affollato ma la sensazione può essere fallace. Non sono equivocabili i numeri. Il Piano urbano della mobilità sostenibile del 2018 rivela che fra il 2011 e il 2017, mentre l’utilizzo dei parcheggi di Piazza Vittoria, Casazza, Fossa Bagni, Arnaldo, Palagiustizia e ospedale Nord esterno cresceva, la ex Randaccio passava da 27.907 a 22.789 ingressi all’anno. Una flessione del 18% che suggerirebbe, come fa lei, una politica tariffaria più mite. E più incentivante.