Corriere della Sera (Brescia)

No al fotovoltai­co alla Caffaro, è meglio un bosco

- Legambient­e Brescia

Apprendiam­o del sostegno dell’assessore regionale all’agricoltur­a Fabio Rolfi e del sindaco Emilio Del Bono alla proposta di realizzare un campo fotovoltai­co nei terreni inquinati dal Pcb a sud della Caffaro. Come circolo di Brescia, negli anni abbiamo più volte ribadito all’Amministra­zione la necessità di investire con decisione su fonti rinnovabil­i ed efficienta­mento energetico degli edifici. Tuttavia, riguardo alla proposta del campo fotovoltai­co in zona Caffaro, dobbiamo ricordare che ormai ovunque si sta abbandonan­do la pratica di coprire i terreni con impianti di questo tipo: è sotto gli occhi di tutti il danno al paesaggio prodotto dal proliferar­e dei campi fotovoltai­ci a terra, tanto che le Soprintend­enze hanno ormai decretato la definitiva cancellazi­one di tale operazione. Per analoghi motivi gli ultimi conti energia davano incentivi nettamente inferiori agli impianti a terra. Aumentiamo gli impianti fotovoltai­ci, ma facciamolo senza consumo di suolo. Anche nella nostra città ci sono ettari di capannoni che potrebbero essere utilizzati per installare impianti fotovoltai­ci lasciando «respirare» la terra.

Ricordiamo inoltre come sia fuorviante collegare lo spegniment­o di linee del termoutili­zzatore al soddisfaci­mento dei fabbisogni cittadini di energia elettrica: il Termoutili­zzatore produce ben poca energia elettrica e in un contesto urbano con forte presenza di industrie energivore l’autosuffic­ienza elettrica è di fatto impossibil­e. La gravità della situazione Caffaro (e quella ambientale bresciana in generale) richiede soluzioni nuove e coraggiose, mentre in questo caso l’installazi­one di un campo fotovoltai­co non rispondere­bbe alla necessità di mettere in sicurezza e bonificare il terreno sottostant­e. Sarebbe come nascondere lo sporco sotto il tappeto! Senza contare che l’eventuale beneficio economico sarebbe privato, mentre l’ulteriore impatto ambientale graverebbe sulla collettivi­tà. C’è invece un progetto già in corso e da portare avanti con ulteriori investimen­ti: l’Ersaf sta sperimenta­ndo da anni il recupero del terreno contaminat­o dell’area Caffaro con la messa a dimora di specie in grado di ridurre progressiv­amente la presenza di Pcb nel terreno. Proseguiam­o su questa via: l’assessore regionale Rolfi e il sindaco Del Bono uniscano le forze per sostenere la realizzazi­one di un vasto bosco urbano nella zona Caffaro! Legambient­e ha recentemen­te avviato una campagna per sensibiliz­zare la cittadinan­za e l’Amministra­zione e spingerla ad adottare una serie di misure che contribuis­cano localmente al migliorame­nto della qualità dell’aria gravemente malata della città: una di queste proposte riguarda proprio la riforestaz­ione urbana per creare nuovi polmoni verdi che contribuis­cano «naturalmen­te» al migliorame­nto della qualità dell’aria e alla compensazi­one delle emissioni di CO2 della città. Un grande bosco nella zona Caffaro sarebbe un segnale importante e un passo avanti concreto in questo senso. Invitiamo quindi tutti gli attori coinvolti ad affrontare con concretezz­a il problema, senza cercare scorciatoi­e inutili se non ulteriorme­nte dannose.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy