Corriere della Sera (Brescia)

IN GIOCO IL FUTURO UN SUCCESSO OGGI VARREBBE SEI PUNTI L’ARMA? IL PRESSING

- di Carlos Passerini

La partita di Cellino, ma soprattutt­o la partita del Brescia. Il duello col Cagliari è una questione di famiglia per il presidente, una vicenda di cuore, ma per la sua squadra di adesso vale di più, vale un pezzo di stagione, un pezzo di futuro. Crocevia fondamenta­le, basta guardare il calendario della giornata: il Lecce ha l’Inter, il Genoa è con la Roma, la Spal con l’Atalanta, la Samp le ha buscate male ieri dalla formidabil­e Lazio. Se c’è un giorno dei giorni, per il Brescia, è oggi. Piazzare un’accelerata contro i sardi di Maran varrebbe doppio, potrebbe cambiare il campo di battaglia, la mappa della salvezza. Il Cagliari non se la passa bene. Le quattro sconfitte consecutiv­e, ma soprattutt­o una strana sensazione di pancia piena. La sbornia d’alta quota ha avuto il classico effetto contrario. È lì dentro che deve infilarsi il Brescia, fra le crepe di una squadra che da un mese a questa parte è l’ombra di se stessa. Il Cagliari va affrontato, aggredito alto, perché il suo centrocamp­o oggi non gira più come prima, non scherma la difesa e non sostiene l’attacco. Se lo pressi, va in apnea. Il Brescia dentro sé ha queste caratteris­tiche, ha questo tipo di partita. Avrebbe fatto comodo un Bjarnason subito arruolabil­e, invece toccherà pazientare ancora un po’ anche se oggi andrà in panchina. C’è da capire come sta, il fatto che arrivi dall’Al-Arabi lascia qualche legittimo dubbio sul ritmo partita, ma il suo curriculum è inequivoca­bile: tanta serie A con Pescara e Sampdoria, l’esperienza che serviva. Come conoscenza dell’ambiente, della situazione, della missione, ci siamo. Ha 31 anni, anche l’età è quella giusta. Vichingo, lo chiamano. Corini aveva bisogno di un guerriero in più, là in mezzo. Dove manca uno che con la rabbia e la fisicità sappia rimettere in piedi gli equilibri di certe partite. È però dietro che serve sistemare la squadra, occorre un terzino sinistro titolare e almeno un centrale di categoria. Senza, resta tutto molto, troppo complicato. Il mercato sarà per il Brescia, e soprattutt­o per Cellino, la partita nella partita. C’è tempo fino al 31 gennaio, lì non si può fallire.

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