Fotovoltaico: solo Roma ha più pannelli
Per numero di impianti fotovoltaici è seconda dopo Roma
Brescia ha diverse criticità ambientali ma anche nel 2018 si conferma la provincia italiana con più impianti per la produzione di energia rinnovabile, il 5,3% del totale nazionale. Questo grazie all’abbondanza di dighe idroelettriche, al maxi termovalorizzatore A2A, agli impianti biogas ed a 26.555 pannelli fotovoltaici: solo la provincia di Roma ne ha di più.
Dal punto di vista ambientale Brescia non inanella solo record negativi. Certo, è la provincia con il maggior quantitativo di rifiuti interrati (85 milioni di metri cubi), di discariche esaurite (un centinaio) e in attività (quattordici), dove finisce ancora il 79% dei rifiuti speciali lombardi e il 20% di quelli italiani (dati Ispra).
Ha un fortissimo carico zootecnico (1,4 milioni di suini, oltre 600 mila bovini, 30 milioni di polli e tacchini) e problemi oggettivi con la depurazione delle acque. Ma Brescia resta la provincia con la maggior potenza installata di fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica, il 5,3% di quella nazionale, davanti a Foggia (4,7% del totale nazionale, grazie a eolico e fotovoltaico), Sondrio (4,3% quasi tutto idroelettrico), Bolzano (3,8%) e Trento (3,4%). Un terzo dell’energia consumata in un anno in provincia (quasi 13 miliardi di chilowattora) viene prodotta senza ricorrere all’uso di fonti fossili, la minaccia cardine per il surriscaldamento globale e il futuro del pianeta.
Nell’ultimo report del Gse (il Gestore dei servizi elettrici), si nota come Brescia perda una piccolissima quota rispetto a due anni prima — quando la potenza green installata era il 5,5% di quella nazionale — ma mantiene saldo il suo primato, grazie soprattutto alle venti grandi dighe idroelettriche (300 Megawatt di potenza), ai quali si aggiungono i 230 impianti mini-idroelettrici. Nel Bresciano si trova l’11,9% della potenza installata degli impianti idroelettrici nazionali, un record condiviso con la provincia di Sondrio.
Brescia, dopo Napoli, è anche la seconda provincia in Italia per produzione di energia elettrica derivante dalla combustione di rifiuti urbani biodegradabili: il 12.7% della produzione nazionale (che nel 2018 è stata di 2.404 GWh). Qui la parte del leone la fa il termovalorizzatore A2A, che brucia oltre 720 mila tonnellate l’anno di rifiuti, più della metà provenienti da fuori provincia. L’impianto di Acerra, sempre gestito da A2A, produce il 13,9% dell’energia elettrica da rifiuti, quello di Milano (ancora A2A) il 10,9%.
C’è poi il variegato mondo del solare fotovoltaico. La regione leader è la Puglia ma Brescia si difende molto bene visto che a fine 2018 conta la bellezza di
26.555 impianti. Un numero record, secondo solo a quello della provincia di Roma (31.985 impianti a fine 2018). I pannelli fotovoltaici nel Bresciano sono cresciuti del 6% rispetto all’anno precedente: anche se i benefit del conto energia non sono più remunerativi come in passato oggi gli accumulatori d’energia offrono opportunità prima sconosciute. Certo, dal punto di vista della produzione di energia fotovoltaica Brescia è «solo» decima. Spadroneggiano le province più baciate dal sole (quelle pugliesi, con Lecce in testa), ma si difendono bene anche Roma, Viterbo e Cuneo (grazie a grandi impianti). Ma Brescia, con l’ 1,9% del totale nazionale, sfrutta il sole doppiamente rispetto alla provincia di Palermo, quattro volte in più che quella di Cagliari.
Logicamente in una provincia stretta tra Alpi e appennini, dove il vento è cosa rara, non hanno attecchito impianti eolici (c’era un progetto interessante per installarli in Maniva). Brescia è seconda per produzione di energia da biogas, sfruttando i reflui animali (4,9% del totale nazionale) ma dovrebbe prendere a modello Cremona, che conta il doppio dei suoi impianti.