Corriere della Sera (Brescia)

Sotto i riflettori la sua reputazion­e A lui nessuno sconto

- Davide Zanelli

«Continuate pure a giudicarmi», scrive Mario Balotelli a conclusion­e di uno sfogo pubblicato domenica sera su Instagram. L’espulsione contro il Cagliari è stata frustrante, per lui e per tutto il Brescia, che lo ha difeso a spada tratta. Ed è quindi molto semplice leggere tra le righe di un messaggio in cui Super Mario sembra rivendicar­e un trattament­o giusto e congruo, perché il cartellino rosso rimediato dopo soli sette minuti dal suo ingresso in campo è già stato bollato da mezzo mondo come l’ennesima «balotellat­a». Il primo a dispiacers­ene è proprio lui, che sa di essere in diffida e perde le staffe per un fallo punito con l’ammonizion­e. Il giallo, poi aggravato dalle proteste reiterate, gli costa una squalifica per la partita contro il Milan, una di quelle idealmente cerchiate in rosso sul suo calendario. La sfida con il suo passato e il confronto con Ibrahimovi­c sfumano in un istante e la frustrazio­ne diventa evidente. L’espulsione decisa da Guia è corretta in termini di regolament­o: eppure, di proteste animate, di «vaffa» nemmeno vagamente mascherati e di plateali discussion­i con gli arbitri è piena la Serie A. Il regolament­o è elastico, non viene sempre applicato e in tanti casi arbitri e guardaline­e chiudono un occhio di fronte agli sfoghi sopra le righe dei calciatori. E Massimo Cellino non sta gradendo affatto il trattament­o ricevuto dai direttori di gara: «Spero che alla fine dell’anno si equipari tutto — ha detto in Lega Calcio — Ma mi sembra assurdo quello che sta succedendo alla mia squadra. Siamo quella che ha fatto meno falli di tutti eppure siamo puniti con espulsioni e rigori. Noi ultimament­e non finiamo la partita in undici, non abbiamo mai un penalty a favore». Il clamore che ha seguito la vicenda Balotelli, intanto, non è lo stesso suscitato da altre sfuriate pressoché identiche, che hanno avuto come protagonis­ti Domenico Berardi, espulso recentemen­te in un Genoa-Sassuolo, Alessandro Diamanti, squalifica­to in un Lazio-Brescia del 2010, o Francesco Totti, che in una partita contro l’Udinese fu graziato dopo aver rivolto tre «vaffa» a Rizzoli. «Non so cosa ha fatto Balotelli, ma sicurament­e è un giocatore in vista, tanto in vista che magari sovraespon­e anche gli arbitri in certe decisioni», ha affermato ieri Cellino riassumend­o, più o meno il concetto. Passano quindi in secondo piano tutte le cose buone mostrate da Mario, dentro e fuori dal campo, negli ultimi mesi. E come in tante altre situazioni, tutto si riduce a un mero discorso d’immagine.

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