«Un partito con grossi problemi e saccheggiato dagli alleati»
«Purtroppo, ma in misura prevedibile, i risultato di Forza Italia non poteva essere buono».
Adriano Paroli, l’ex sindaco di Brescia ora senatore e per quattro mesi anche coordinatore regionale del partito in Emilia Romagna, non nasconde l’amarezza per il risultato modesto ottenuto dal partito. «D’altronde se sono stato chiamato a fare il coordinatore è perché in Emilia il partito aveva grossi problemi interni ed è stato saccheggiato dagli alleati».
Tradotto: diversi esponenti di punta se ne sono andati verso altri lidi, ritenuti più favorevoli. Oltre ai problemi interni, per Paroli c’è anche che questa elezione si è trasformata in un mezzo referendum pro o contro Salvini: «A vantaggio della sua lista ma a discapito degli alleati e della proposta complessiva del centrodestra». Detto questo, resta che «a Forza Italia serve anche una spinta nazionale per distinguersi in misura maggiore: un lavoro lungo e difficile, ma da fare».
Anche perché, questa è la sua convinzione, «non è solo il centrodestra ad avere bisogno di Forza Italia ma è anche al Paese che serve un partito moderato».
Per farlo è però necessario distinguersi in misura maggiore, non farsi schiacciare dagli altri. «Le condizioni di partenza in Emilia Romagna erano improbe: in Calabria, dove con Jole Santelli eravamo più visibili, è stato più semplice caratterizzarsi e riuscire a far emergere i nostri valori».
Effetti sul governo del voto? Se già in caso di sconfitte del centrosinistra Paroli non prevedeva cadute della coalizione giallorosa, figuriamoci oggi: «Questo voto li aiuta sicuramente a legittimarsi, poi sappiamo che questo governo era nato solo per evitare le elezioni. Bisogna augurarsi che almeno governino: non dico al meglio, perché sarebbe sperare troppo, ma che inizino a governare sì».
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Ora a Forza Italia serve anche una spinta nazionale per distinguersi in misura maggiore: un lavoro lungo e difficile, ma da fare