«Tango del calcio di rigore» di scena al Sociale
È il 25 giugno 1978, Estadio Monumental di Buenos Aires Si gioca Argentina-Olanda, finale dei Mondiali di calcio sotto gli occhi del generale Videla La «thanghedia» con Marcorè
Il tango? «Un rettile da lupanare», come lo definiva il poeta argentino Leopoldo Lugones. Ballo voluttuoso, geometrico e tattile, anche musica che ci parla dei nostri passati apocrifi, della sofferenza e della malinconia che non abbiamo vissuto, ma è come se lo fosse. E il calcio di rigore? Ci rimanda al libro-film di Hanke-Wenders con l’angoscia del portiere. Portiere, il ruolo più emblematico e metaforico del gioco del calcio. Una volta si diceva che i portieri erano tutti in po’ mattocchi o strani. Sarà vero? Era un portiere del Racing di Algeri anche Albert Camus.
Quante suggestioni esalano dal titolo Tango del calcio di rigore, scritto e diretto da Giorgio Gallione, interpretato, tra gli altri, da Neri Marcorè e Ugo Dighero: da stasera (ore 20.30) al Teatro Sociale per la stagione di prosa del Ctb fino a domenica 2 febbraio (ultima replica, ore 15.30), una produzione del Teatro Nazionale di Genova.
25 giugno 1978, Estadio Monumental di Buenos Aires. Si gioca Argentina-Olanda, finale dei Mondiali di calcio. La nazionale argentina deve vincere a tutti i costi: seduto in tribuna d’onore c’è infatti il generale Videla, al potere dalla notte del golpe del 24 marzo 1976 e gran burattinaio della dittatura militare e del Mundial.
La partita finisce 3 a 1 per i padroni di casa. Si conclude così, con una festa di cieca rimozione, la più vasta e costosa operazione di propaganda politica per mezzo dello sport dopo le Olimpiadi tedesche del ’36. A quarant’anni di distanza da quei giorni terribili in cui era bambino, un uomo (Neri Marcorè) di allora cerca di ricostruire il suo passato di spettatore appassionato di calcio alla luce della propria esperienza e della propria consapevolezza tardiva.
«Un affresco su calcio e potere — ci dice Gallione —. Il calcio è magia, epica, letteratura ma è anche uno spettacolo che occulta altre realtà, un mezzo di distrazione di massa. Con il tango ha poi molti elementi in comune: la passione, l’amore, il dramma, il divertimento. Ho pensato all’allestimento come una tanghedia, una miscela di tango, tragedia, commedia nel segno del teatro civile. Il Mundial del 1978 era vissuto da noi come una festa sportiva, ma a centro metri dallo stadio, nelle prigioni i militari torturavano i dissidenti e di notte caricavano gli studenti sugli aerei e li gettava nel mare. Abbiamo raccolto storie e altre frutto della fantasia, tra cui quelle di Osvaldo Soriano e Stefano Benni. C’è quella del figlio del cowboy Butch Cassidy, arbitro di un surreale campionato mondiale giocato in Patagonia con le pistole in pugno. C’è l’episodio del rigore più lungo della storia del calcio, di cui è stato protagonista suo malgrado Gato Diaz, anziano portiere dell’Estrella Polar, durato una settimana. Poi ci sono le storie vere come quella di Francisco Valdes, capitano del Cile, costretto dai militari di Pinochet a segnare un gol in una porta vuota e senza alcun avversario in campo o quella dell’arbitro ucciso per un goal annullato. O la storia delle donne che danzano in Plaza de Mayo con le foto sul petto dei lori cari scomparsi».
Le prevendite sono ancora disponibili online sul sito di vivaticket.
Il giudizio
Un affresco su calcio e potere. Il calcio è magia, epica, letteratura ma è anche uno spettacolo che occulta altre realtà, un mezzo di distrazione di massa
La politica
Il Mundial del 1978 era vissuto da noi come una festa sportiva, ma a centro metri dallo stadio torturavano i dissidenti e di notte gettavano nel mare gli studenti