Gervasoni: «Cautela sugli autori Le organizzazioni neofasciste non sbagliano mai la loro firma»
«Non voglio banalizzare l’atto razzista di Rezzato ma vista la dinamica fatico a credere che gli autori siano riconducibili a una organizzazione neofascista. Non sbagliano volutamente il disegno di una svastica. Per loro è una firma troppo importante». A parlare è Federico Gervasoni, autore del libro Il cuore nero della città, con il quale scandaglia il sottobosco dei movimenti di estrema destra bresciani (dai quali ha ricevuto anche pesanti minacce). «Ricordo le sigle lasciate nel 2015 da Valtrompia Identitaria sui muri di Collio, dove venivano ospitati dei profughi. Era chiaro il loro intento di farsi riconoscere» aggiunge Gervasoni, che rimarca l’inquietante crescendo di reati a marchio neofascista, come le bombe carta a Collebeato, a fine ottobre. Il giovane giornalista sta presentando il suo libro in Italia e in Provincia ma non è «gradito» ovunque. Pompiano non gli ha concesso la biblioteca, Rovato l’avrebbe concessa ma «ha imposto un contradditorio». L’incontro del 18 febbraio si terrà comunque in sede neutra, al teatro San Carlo. «Non voglio generalizzare — chiude Gervasoni — perché a Capriolo, Adro e Mairano i sindaci leghisti non hanno osteggiato in alcun modo la mia presentazione. Mairano l’ha anche patrocinata: l’antifascismo è un pilastro della Costituzione e dovrebbe essere condiviso da tutti. Non è così». (p.gor.)