Iseo, la maxi manifestazione a Pasqua divide il paese
Il parroco è contrario e scrive al Comune: «Una folla incurante del tempo sacro si darà al mangiare e al bere»
Peppone e don Camillo da Brescello a Iseo. Solo che stavolta oggetto degli strali di un parroco infuriato non è un sovversivo comunista filosovietico ma un esponente di Fratelli d’Italia. «Quel mercato a Pasqua non si deve fare» tuona il prevosto sostenuto da tutti i sacerdoti del paese, salendo le scale del Municipio e portando di persona una lettera al protocollo comunale.
L’antefatto: a novembre la Giunta di Iseo, guidata da Marco Ghitti autorizza lo svolgimento del Mercato Europeo, organizzato da Fiva-Confcommercio dal 10 al 13 aprile. È una manifestazione di successo. Negli anni precedenti, aveva attirato migliaia di persone: 120 espositori e un’area di ristorazione affollatissima, proprio nei pressi dell’Oratorio. Contrariamente agli anni precedenti, quest’anno il Mercato viene previsto dal Venerdì Santo a Pasquetta. Quando si viene a conoscenza della data le polemiche in paese divampano. I commercianti ed i ristoratori si dividono fra chi apprezza la presenza di migliaia di persone e chi valuta i banchi di street food come potenziali sottrattori di clienti. Ma il Parroco don Giuliano
Baronio (spalleggiato dai suoi sacerdoti e da moltissimi fedeli) recapita una lettera infuocata in Municipio: «Iseo sarà invasa da una folla che incurante del tempo sacro si darà al mangiare, al bere, al divertirsi. È vero che non è vostro compito far rispettare le tradizioni religiose, ma cercare di aver rispetto per chi le professa questo lo dovreste fare — è la stoccata del sacerdote — anche perché l’area politica, di cui siete manifestazione in questo Comune ha fatto pubblica ammissione, durante i vari periodi elettorali, di difendere i valori della fede e tradizione cristiana». Come dire: caro Sindaco hai una leader, Giorgia Meloni, che non perde occasione per definirsi «donna, mamma e cristiana» e mi organizzi la paella in piazza il venerdì Santo? Insomma un bel dilemma: rinunciare ad un evento che attira migliaia di persone in un paese che dopotutto vive di turismo e commercio (visto che Confcommercio pare non voglia rinviarlo) o scatenare una «guerra di paese»? Se ne saprà di più stasera, visto che il Sindaco ha convocato i commercianti.