Brescia, ultime ore decisive ma senza cessioni si rischia
Il calciomercato chiude domani: Cellino deve vendere per tentare l’ultimo colpo
Comprare a gennaio è facile: i giocatori insoddisfatti sono tanti, il problema — comune a tutti, anche a Massimo Cellino — casomai è capire su chi puntare. Ma vendere è molto più difficile, specialmente a Brescia.
Il mercato invernale delle rondinelle, a poche ore dalla chiusura di domani (alle 20), si sta arenando sulle mancate partenze. Troppe. La società conta su 29 giocatori dopo gli acquisti, la scorsa settimana, di Simon Skrabb e Birkir Bjarnason: due pedine andate a colmare lacune esistenti a centrocampo e sulla trequarti, non a compensare addii prematuri o lungodegenti (l’infermeria a gennaio si è svuotata, l’unico assente ora è Mario Balotelli per squalifica). Hanno salutato solo Felipe Curcio — andato alla Salernitana — e Leonardo Morosini, già in gol ad Ascoli. Gli altri esuberi sono però ancora a disposizione di Corini, che freme per avere nuove pedine in difesa — se possibile anche in attacco, dove gradirebbe una punta rapida — e deve nel frattempo allenare a Torbole una rosa extralarge, che non ha ancora sfoltito i suoi petali in eccesso né liberato spazio salariale.
Situazione assai scomoda, a due giorni dalla delicata gara a Bologna dove le rondinelle non potranno più sbagliare. Per Luca Tremolada, talentuoso trequartista utilizzato solo per un quarto d’ora in stagione e fuori dal progetto tecnico, si tratta una rescissione last minute che gli consenta di scegliere dove trasferirsi: in pressing c’è il Bari, alla ricerca della promozione in
Serie B, categoria nella quale non gli mancano estimatori. Non rientrano più nel radar dell’allenatore tre pezzi grossi del mercato estivo. Jaromir Zmrhal è costato quasi 4 milioni al presidente Cellino, intenzionato a preservare l’investimento cedendo il giocatore in prestito. Può farlo però solo nei campionati dell’Europa del Nord, la cui stagione è falsata rispetto al resto dell’Europa per motivi climatici: il centrocampista, nel 2019-20, ha già giocato con Slavia Praga e Brescia, questa è l’unica strada praticabile oltre a un utopistico ritorno in Repubblica Ceca. Giangiacomo Magnani, girato in estate dal Sassuolo con un contratto temporaneo fino al 30 giugno, doveva essere la guida del reparto difensivo e non è mai stato nemmeno un rincalzo: in Serie A ha diverse pretendenti, tuttavia il domino di mercato non è ancora partito. Alessandro Matri, sei trofei con la Juventus e sette presenze in nazionale nel curriculum, non ha mai avuto una chance da titolare e mai l’avrà se resterà: per questo valuta una destinazione a Roma, dove è nata la compagna Federica Nargi (ma la Lazio nicchia, nonostante il placet di Simone Inzaghi), oppure tra Lombardia ed Emilia (Parma o Cremonese). In più ci sono Mattia Viviani e Alessandro Semprini, 40 anni in due, da mandare a giocare per fare esperienza dopo l’esordio in A. Mentre Bruno Martella e Alfredo Donnarumma, capocannoniere uscente della Serie B ma a secco da oltre quattro mesi, hanno diverse offerte in cadetteria ma sono a un bivio: continuare la rincorsa a un posto da titolare a Brescia o preferire una maglia sicura altrove? Gli acquisti sono così congelati, almeno fino a oggi quando è atteso il via libera per Ionut Nedelcearu, il centrale romeno dell’Ufa (Russia) che ha stregato Cellino, intenzionato anche a convincere Charalampos Lykogiannis, in uscita dal Cagliari, per la fascia sinistra. Non finisce qui perché il presidente, secondo i rumours, sarebbe pronto a un terzo colpo a sorpresa dopo che la trattativa con il Fenerbahce per Miha Zajc si è bloccata a un passo dal traguardo. Prima però deve cedere. E non è un piccolo particolare: qui si gioca la partita del mercato. Forse anche la salvezza.