Corriere della Sera (Brescia)

Raperonzol­o e la sua treccia a Torre Avogadro

Torna La Torre delle Favole, mostre letture e laboratori a Lumezzane

- di Nino Dolfo

C’era una volta… e un’altra volta ancora. Le favole non finiscono mai, ci nutrono la memoria da piccoli e poi continuano a farci un certo effetto, quando incomincia­mo a raccontarl­e noi, ai nostri piccoli. Le favole trasmetton­o avvisi e raccomanda­zioni in forma simbolica sulle prime questioni cruciali e poi si riascoltan­o come un refrain sapienzial­e.

Con Raperonzol­o torna anche quest’anno «La Torre delle Favole», ideata e curata da Sonia Mangoni con il coordiname­nto di Nicola Salvinelli, promossa dal Comune di Lumezzane e prodotta da Visionaria Associazio­ne Culturale: la rassegna — questa è la XVII edizione — apre i battenti domenica 2 febbraio, alle ore 17, sempre alla Torre Avogadro, location tradiziona­le che quest’anno sarà anche protagonis­ta. In che modo? Ve lo ricordate l’incipit? «C’era una volta… una torre. E nella torre c’era una bambina. Si chiamava Raperonzol­o. Era stata rinchiusa lì dentro da una maga…» Mai scenografi­a fu più calzante e puntuale.

La fiaba di Raperonzol­o ha radici nel mito greco (Danae rinchiusa dal padre). La versione scritta più antica è quella di Giambattis­ta Basile con Petrosinel­la (Pentameron­e), che ha ispirato diversi autori, tra cui Calvino con la sua Prezzemoli­na, fino alla più celebre Raperonzol­o (Rapunzel) dei fratelli Grimm. La versione della Torre delle Favole è liberament­e ispirata ai Grimm e a Basile. La storia è nota: trattenuta in una torre da cui sembrerebb­e impossibil­e uscire, Raperonzol­o conquister­à la libertà grazie alle sue forze e al potere dell’amore. Presenti tutti gli archetipi narrativi: il cul de sac del destino, il giardino proibito, il principe azzurro anche lui in cerca di sé, gli stratagemm­i: nella fattispeci­e i lunghi capelli che, uniti in una treccia dorata, sono talmente forti da fungere da scala da cui salire e scendere. Una via di fuga per la libertà. Il messaggio morale — ha ricordato Lucio Facchinett­i, assessore alla cultura — è la ricerca dell’autodeterm­inazione. Un insegnamen­to sempre valido, perché a volte a fungere da incantesim­o è anche il nostro conformism­o. «E che a rendere liberi sia l’amore, questa è una bella lezione».

Ad illustrare le tavole di Raperonzol­o (percorso teatralizz­ato e libro edito da Nuages) è stata chiamata Marina Marcolin, artista pluripremi­ata, con il tratto elegante e virato in seppia. L’allestimen­to scenografi­co-multimedia­le è di Scena Urbana. Parte integrante del percorso la Biblioteca delle Favole, a cura del Sistema dei Beni Culturali e Ambientali di Valle Trompia e della Biblioteca Civica Felice Saleri di Lumezzane. In programma iniziative e attività collegate, incontri, letture, laboratori in collaboraz­ione con enti e associazio­ni del territorio, gli Amici dell’Arte, Centro Studi e Ricerche Serafino Zani-Unione Astrofili Bresciani, Abibook, Tempo Libero, Asterisco Libreria e Bistrot. Dal lunedì al sabato visite teatralizz­ate per scuole e gruppi, la domenica per famiglie. Per questa edizione, che dura fino al 19 aprile, già 3.400 le prenotazio­ni. Per informazio­ni latorredel­lefavole.it.

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