Candele per Kekka L’omicida si dispera: «Mi dispiace»
«Mi dispiace». E il difensore chiede una consulenza psichiatrica
La piazza del municipio di Bedizzole si è riempita con centinaia di persone per manifestare contro la violenza alle donne e ricordare Francesca «Kekka» Fantoni uccisa sabato sera da un conoscente del paese. L’omicida — ha confessato al giudice — in cella si dispera: «Mi dispiace».
Le candele bianche ad avvolgere di luce la panchina rossa. Quella sotto il portico del municipio di Bedizzole: su iniziativa della commissione pari opportunità del Comune in centinaia, donne e uomini, nel tardo pomeriggio, uniti dal motto #non è normale che sia normale, si sono dati appuntamento per manifestare contro i femminicidi in genere e per ricordare Francesca
Fantoni, uccisa a 39 anni da un conoscente sabato sera e trovata senza vita lunedì mattina al parco in paese. «Dobbiamo lottare affinché non succedano più simili fatti — le parole del sindaco Giovanni Cottini rivolte proprio alla vittima — Abbiamo fallito come comunità e come società perché avremmo dovuto proteggerti ed evitare che succedesse tutto questo».
Fermato la notte tra lunedì e martedì per l’omicidio di Francesca, Andrea Pavarini — giardiniere saltuario di 32 anni — molto provato, in carcere si dispera: «Mi dispiace per ciò che è successo», dice in lacrime piangendo ininterrottamente. Il gip Carlo Bianchetti non ha ancora sciolto la riserva sulla convalida del fermo chiesta dal pm Marzia Aliatis. «Sì, l’ho uccisa io al
Il delitto
culmine di una lite», ha confessato Pavarini nel corso dell’interrogatorio. A incastrarlo, le chiazze di sangue e fango rilevate sulla felpa che indossava proprio sabato sera: notata da un testimone (la barista del locale in cui ha fatto tappa dopo il delitto) e immortalata dalle telecamere: pulita prima delle 20.30, sporca attorno alle 22. Quel sangue è di Francesca, dicono le analisi. Francesca che è stata massacrata di botte perché si sarebbe rifiutata di consumare un rapporto sessuale con il suo assassino (aspetto, quello di una eventuale violenza, che solo l’autopsia, in programma per oggi, potrà chiarire). Che ha tentato di difendersi graffiando Andrea anche in volto. La sua ricostruzione su quella sera, specialmente sul movente che ha
scatenato il raptus, resta vaga, confusa e a tratti inverosimile. Nessun dettaglio. Proprio per chiarire il suo stato mentale, l’avvocato Ennio Buffoli, che lo assiste, ha già incaricato un consulente (il professor Giacomo Filippini) affinché proceda con una valutazione del suo quadro psichiatrico e psicologico.