Corriere della Sera (Brescia)

«Stradale, Brescia è un laboratori­o»

Trasferime­nto a Roma per Barbara Barra, comandante della Polizia di Brescia

- Mara Rodella

Nel suo ufficio arrivò il 5 ottobre 2009, un mese dopo il Papa avrebbe fatto tappa a Brescia. «Fu il mio primo grande incarico». Dopo dieci anni al comando della Polizia Stradale, Barbara Barra lascia per un nuovo incarico nella Capitale: dal 10 febbraio sarà dirigente della Stradale di Roma. L’esperienza bresciana è stata molto importante: «Qui è un laboratori­o».

Nel suo ufficio arrivò il 5 ottobre 2009, un mese dopo il Papa avrebbe fatto tappa a Brescia. «Fu il mio primo grande incarico, prodromico a tutto il lavoro che ne sarebbe seguito in questa provincia così effervesce­nte, frizzante e ricettiva». Dopo dieci anni i al comando della Polizia Stradale, Barbara Barra lascia per un nuovo incarico nella Capitale: dal 10 febbraio sarà dirigente della Stradale di Roma.

Arrivava da Bergamo e «conobbi subito ognuno dei miei uomini: i più grandi banchi di prova sono proprio le attività operative». Il suo telefono continua a squillare. Difficile sintetizza­rli, dieci anni. Di certo, «densi di grandi evoluzioni e cambiament­i: sia in relazione al contesto viabilisti­co bresciano sia, di conseguenz­a, per le nostre strategie di contrasto, caratteriz­zate la una sensibilit­à sempre più spiccata alla prevenzion­e, di pari passo con i controlli potenziati in maniera esponenzia­le». Un occhio veloce ai numeri 2019: nessun mortale o con feriti gravi legato al consumo di alcol, rilevato di sabato sera. Perché sono i giovani, «i più responsabi­li»: quelli che «non vanno più in motorino di notte ma scelgono un guidatore designato che non beve, che si spostano in taxi». Quelli ai quali «ci rivolgiamo affinché parlino poi con i genitori». Il pullman azzurro (ne servirebbe un altro) si muove in tutta Italia per fare prevenzion­e: da lunedì sarà a Sanremo.

Impossibil­e non accennare alla Mille Miglia («abbiamo lavorato affinché si elevasse il livello di sicurezza degli equipaggi sin dall’iscrizione») o a The Floating Pears («sperimenta­mmo una catena di lavoro indissolub­ile»).

In sintesi: «Ho capito che qui volere è potere», una sezione «speciale», ed è merito anche della «fortissima rete di collaboraz­ione istituzion­ale». Sul calendario da tavolo dietro la scrivania del comandante una frase: «O si ha il coraggio delle proprie idee fino in fondo, o è meglio non averne. Ecco, Brescia incarna proprio questo: lo stimolo a non fermarsi mai, e a migliorare le nostre performanc­e per la cultura della sicurezza». Tutto iniziò con «Indietro non si torna», nel 2010: 1.500 ragazzi in piazza Loggia con la Polizia Stradale. Che poi ha iniziato ad andare negli ospedali, ai corsi preparto. Un progetto («da potenziare») che ha voluto lei, Barbara Barra: incinta in quel di Lecco, iniziò a parlare della sicurezza in auto alle future mamme nei negozi di articoli per bambini.

Non c’è un evento che l’ha segnata. Perché sono tutti, «eventi», e «ti insegnano che certe situazioni non le vorresti vivere più: il dramma negli occhi di chi perde una persone cara, come di chi, quasi sempre senza volerlo, quell’incidente mortale lo provoca». C’è ancora da fare però, «per sensibiliz­zare le coscienze dei conducenti», in modo che «non sia la multa il deterrente, ma la consapevol­ezza che non rispettare le regole significa non rispettare la vita».

A guidare la Stradale di Brescia e i suoi 160 agenti sarà un’altra donna, Rita Palladino, neo primo dirigente a capo della sezione di Udine: «Brescia è un laboratori­o di idee e profession­alità, chi raccoglier­à questo testimone non potrà che proseguire all’insegna di un percorso di sicurezza già innescato».

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Sfide e collaboraz­ione Brescia è un laboratori­o di idee e profession­alità dove gli obiettivi si raggiungon­o insieme

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Stradale Barbara Barra (Ansa)
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Barbara Barra Lascia il comando della Polizia Stradale di Brescia dopo 10 anni (Foto Ansa)

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