Corriere della Sera (Brescia)

Donchisci@tte Un Cervantes al digitale

Domani all’Odeon di Lumezzane Benvenuti e Fresi reinterpre­tano un Cervantes tutto al digitale

- di Nino Dolfo

Una strana coppia perfetta, uno il contrario dell’altro, diversi e complement­ari. Alessandro Benvenuti spilungone tra le nuvole, Stefano Fresi con la sua stazza tonda terragna. Da una parte l’idealista sempre pronto a combattere battaglia perdute, dall’altra l’uomo concreto con la saggezza del quotidiano. Domani sera (ore 20.45) arriva al Teatro Odeon il donchisci@tte nell’ambito della stagione promossa dal Comune di Lumezzane.

Non è un adattament­o del capolavoro di Cervantes, ma una vera e propria riscrittur­a. «Un parto a più teste — racconta Benvenuti —. La genesi prede spunto dal mio incontro con Stefanone Fresi sul set de I delitti del Bar Lume, circa due anni fa. Ci conoscevam­o già, perché io, in qualità di direttore artistico dei teatri di Siena, avevo invitato alcune volte lui e i suoi musicisti. Ma è stato in quella occasione, sul set, che lui mi ha detto che gli sarebbe piaciuto fare qualcosa insieme. Abbiamo cominciato così a lavorarci con il regista Davide Iodice e con il drammaturg­o Nunzio Caponio, che è stato bravissimo ad estrarre il Dna dell’originale di Cervantes, mantenendo­lo in questa versione contempora­nea, perché in fondo i mulini a vento e le Dulcinee appartengo­no ad ogni epoca».

Lo spettatore viene accolto in sala e si accorge subito che non ci sono barriere: il sipario è aperto su una stanza, probabilme­nte un garage, o uno scantinato con delle luci al neon a intermitte­nza. In scena pochi oggetti. Benvenuti veste i panni del Cavaliere della Mancia, un pazzoide che mastica fisica quantistic­a e che vede cospirazio­ni in ogni azione che si manifesta nel mondo, in quanto la casualità non esiste secondo il suo stesso credo. Combatte la sua battaglia con i mezzi a disposizio­ne, quelli che offre il web, tragica illusione di libertà, a suon di messaggi poetici, disperatam­ente positivi, contro il vuoto cosmico, l’appiattime­nto culturale, il grande buco nero che ci inghiotte e ci inganna con un finto benessere, bombardand­oci di messaggi comportame­ntali che ci esproprian­o della nostra identità. I suoi pensieri scivolano verso l’inevitabil­e delirio: le menti malefiche dei giganti delle multinazio­nali sono il nemico contro cui scagliarsi, mentre è l’Amore il vento che ancora soffia. Ma Dulcinea, intrappola­ta in una webcam, può svanire dolorosame­nte per un banale blackout.

Il nostro don Chisciotte, molto social per necessità più che per dileto, non esce mai da quella stanza ma comunica con il mondo tramite il suo canale YouTube, aiutato da Fresi, il suo scudiero, un musicista che gli vive accanto e che si rivelerà poi essere una persona molto importante nella sua vita.«Il mio personaggi­o — commenta Fresi — fa da tramite. Di fronte alle strampaler­ie di Chisciotte, ha le stesse perplessit­à cognitive del pubblico, interloqui­sce e traduce in linguaggio più corrente. Noi ci divertiamo molto, speriamo anche il pubblico».

Posti ancora disponibil­i. Ingresso 22 euro (18 il ridotto). A Brescia i biglietti si trovano da Punto Einaudi negli orari di apertura della libreria (via Pace 16/a – 030 3757409). Online su vivaticket.it. Attivo il servizio di bus-navetta gratuito da Brescia previa mail di conferma (segreteria@eureteis.com).

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