Corriere della Sera (Brescia)

Carcere, troppe attese per una nuova «casa»

- Romano

La relazione del presidente Castelli ricorda le pessime condizioni della casa circondari­ale Fischione, che all’idea di “casa” si avvicina ben poco. Andrebbe sostituita con l’auspicato nuovo carcere.

Fin dal titolo, il paragrafo dedicato al carcere nella relazione del presidente Castelli, appare ampiamente condivisib­ile; il carcere: specchio della nostra civiltà giuridica. L’incipit rafforza questa percezione affermando che la detenzione e le misure di comunità vissute in condizioni di legalità aumentano la sicurezza sociale, naturalmen­te previa idonea selezione dei condannati. Parole sante, anche se non molto di moda. La relazione opportunam­ente ricorda a tutti le pessime condizioni della casa circondari­ale Fischione, che all’idea di «casa», per la verità, si avvicina ben poco , fra inadeguate­zze struttural­i e funzionali. Andrebbe sostituita con l’auspicato nuovo carcere, la cui edificazio­ne sembra però offuscata da risorse, tempi e procedure tutt’altro che chiari e dai limiti della collocazio­ne del nuovo edificio nel perimetro di Verziano con il sacrificio del prezioso campo di calcio in esso racchiuso.

Il presidente richiama poi il motto degli stati generali dell’esecuzione penale «non solo carcere» per sottolinea­rne la mancata attuazione, con la consistent­e ripresa del sovraffoll­amento carcerario, quiescente solo per il breve periodo successivo alle condanne CEDU comminate all’Italia e riconducib­ile alle note motivazion­i di carattere oggettivo e soggettivo che precludono un più deciso ricorso all’esecuzione esterna. Unica nota positiva il contenimen­to del numero di detenuti stranieri nella popolazion­e carceraria, per il vero riconducib­ile più alla decrescita di presenze sul territorio che a specifiche misure. Anzi le croniche carenze normative e organizzat­ive che da sempre rendono l’accesso alle misure di comunità più difficolto­so per gli stranieri che per gli italiani, non sono certo venute meno.

Significat­ivo dal punto di vista della sicurezza percepita la menzione dell’unica evasione da permesso, registrata­si nel distretto. Altrettant­o opportuno il richiamo alla progettazi­one, e realizzazi­one, sinergica di percorsi risocializ­zativi esemplific­ata dal protocollo, unici in Italia, siglato dall’Associazio­ne Industrial­e Bresciana e i partners istituzion­ali dell’esecuzione penale.

Particolar­mente opportuno infine il richiamo al problema della salute psichica dei detenuti, giustament­e definita in termini emergenzia­li e generato anche da un eccessivo ricorso alla misure di sicurezza, soprattutt­o provvisori­e, in carenza, se non assenza, di strutture territoria­li ove poterle gestire.

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(Foto Ansa) La cerimonia Martani e Castelli durante l’inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o

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