Corriere della Sera (Brescia)

Il pentito dell’Isis sarà in aula a marzo

Samir Bougana, nella lista nera dei foreign fighters, è stato recuperato in Siria

- Mara Rodella

Cittadinan­za italiana e marocchina, 25 anni, nato e cresciuto a Gavardo, Samir Bougana è rientrato in Italia a giugno: Digos e Ugicos, sono andati a prenderlo in Siria. Era nella lista nera dei foreign fighter che il confine l’avrebbero varcato per unirsi all’Isis. Comparirà davanti al gup a marzo: è accusato di partecipaz­ione e associazio­ne con finalità di terrorismo.

Cittadinan­za italiana e marocchina, 25 anni, nato e cresciuto a Gavardo, Samir Bougana è rientrato in Italia all’alba del 28 giugno scorso, scortato dalla Digos di Brescia e dai dirigenti Ugicos, che sono andati a prenderlo in Siria. Era nella lista nera dei foreign fighter che il confine l’avrebbero varcato per unirsi all’Isis.

Ed è proprio l’accusa di partecipaz­ione e associazio­ne con finalità di terrorismo che all’inizio di marzo, su richiesta del sostituto procurator­e Erica Battaglia — che ne ha chiesto il rinvio a giudizio — Bougana comparirà in aula davanti al gup Alberto Colombo per l’udienza preliminar­e. Lui, in realtà, non sempre ha fornito versioni univoche. Ma alla fine no, non l’ha negato. Fino a quando, pentito, nei mesi precedenti alla sua cattura non ha implorato le istituzion­i diplomatic­he di aiutarlo a rientrare in Italia.

Lo catturaron­o vicino a Raqqa le Unità di protezione popolare curde (Ypg) — fanno parte delle Forze democratic­he siriane (Sfd) — e in un video, nel suo italiano perfetto, fu proprio lui a confessarl­o: «Sono stato in Siria tre anni, poi ho pensato di andarmene, di prendere mia moglie e i miei figli (hanno due, tre e cinque anni) e tornare in Italia. Ma lungo il viaggio per arrivare in Turchia sono stato preso». Da un trafficant­e che l’avrebbe consegnato ai curdi sul confine. «Sono pentito di essere venuto in Siria e pronto a pagare in Italia, spero non con la vita». Per il suo arresto è entrato in campo persino l’Fbi, oltre al ministero, ai servizi segreti e alla polizia tedesca. Perché è proprio in Germania che il percorso di radicalizz­azione (fulminea) di Samir è iniziato, nel 2013: prima nella moschea a Biefeld, dove si era trasferita la famiglia, poi in Rete. In Siria volò cinque anni fa. Eppure in gioventù — in Valsabbia rimase fino a 16 anni — lui, un diploma all’Itis in tasca, meccanico, mai aveva manifestat­o alcun interesse per la religione.

Sotto il profilo militare si è addestrato nel nord della Siria, tra le fila dell’Isis che a lui e alla sua famiglia hanno garantito alloggio nella «casa dei tedeschi». Alias, una comunità di foreign fighter. «Ha militato nella cellula jihadista Jaunud- al Sham (il capo abu Walid Al Shishani, ‘il ceceno’, morì in un conflitto), particolar­mente violenta», spiegò il pm Erica Battaglia dopo il suo arresto. Dichiarato «idoneo», Samir avrebbe quindi iniziato a svolgere il ruolo designato nello stato Islamico: sorveglian­te religioso nell’unità denominata ribat. In pratica, doveva far rispettare le leggi della sharia, per uno «stipendio» di 120 dollari al mese.

A innescare le indagini fu una segnalazio­ne della Digos di Mantova nel 2015 — ultima residenza di Samir a Cannero sull’Oglio: stava partendo per Latakya, in Siria, con l’intenzione di arruolarsi. Ma «non ho combattuto in prima persona per l’Isis nè ucciso nessuno, ero solo un guardiano. Le bombe mi fanno paura», ribadì anche in sede di interrogat­orio davanti al gip. Tanto però potrà raccontare sui percorsi di radicalizz­azione e le tecniche di addestrame­nto.

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Foreign fighter Samir Bougana
 ??  ?? L’arresto
Il capo della Digos Luca Rainone e Gianluca Andreini dell’Ucigos scortano in questura Samir
L’arresto Il capo della Digos Luca Rainone e Gianluca Andreini dell’Ucigos scortano in questura Samir

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