«Mafie più volatili al posto delle armi il modello F24»
Prima un accenno a quella che anche lui definisce l’assoluta «inadeguatezza di risorse umane nel distretto» e un incremento di organico a livello centrale che se inalterato «lascerebbe fuori, per tre volte in tre anni, la procura generale: diventerebbe l’ufficio requirente di secondo grado con il peggior rapporto tra consiglieri in Corte e sostituti pg. Da 5 a 6,5». Eppure si continua a portare a casa indagini importanti, anche sulla criminalità organizzata. Quella che si insinua sempre più nel tessuto economico e gode spesso di professionisti compiacenti. Marco Martani, avvocato generale dello stato e pg reggente, si concentra sulla criminalità mafiosa: quella che «nel distretto di Brescia da alcuni anni non è più una semplice ipotesi investigativa o un allarme lanciato dalla politica. Si è arrivati definitivamente alla prova in giudizio dell’esistenza di associazioni di stampo mafioso, che qui diventano autonome rispetto a quelle di provenienza». Le conferme anche in periodi recenti, sulla «stabilizzazione» di storiche famiglie di origine calabrese, siciliana e campana. Nuovi «insediamenti criminali» caratterizzati «da un’estrema volatilità operativa, non necessariamente ancorate a una precisa zona o strettamente interessate agli storici settori di interesse criminale delle case madri». Uno scenario in cui, dice Martani, si assiste «a una inquietante liquidità gestionale e operativa» con asset illeciti altrettanto variabili che ne
costituiscono il patrimonio. Perché si conferma ulteriormente un dato, nel bresciano, già emerso negli ultimi due anni: «l’evoluzione economica della presenza criminale, dove il traffico di droga recede rispetto alle nuove frontiere costituite da settori come ristorazione, turismo, edilizia, ambiente». Ed è in questo quadro che le strutture mafiose si configurano «come una sorta di nuove società in grado di offrire una serie di servizi illeciti a favore dell’imprenditoria più spregiudicata, complice e collusa che dall’illegalità pensa di trarre occasioni di sopravvivenza e profitto»: vedi l’operazione Leonessa della Dda, con decine di arresti per compravendita illecita di crediti d’imposta per evadere il fisco con
indebite compensazioni orchestrata da una nuova «stidda» locale. In sintesi, «associazioni di stampo mafioso autonome e indipendenti, pericolose, che sembrano aver sostituito le armi con il modello F24, e che pongono come requisito e condizione di affiliazione non tanto l’efferatezza criminale, quanto la competenza contabile e societaria». In conclusione, Marco Martani evidenzia quindi l’importanza «dell’azione di contrasto al loro radicamento, prima che il grado di penetrazione raggiunga livelli paragonabili a quelli di alcune delle zone di provenienza delle organizzazioni mafiose, in modo da impedire il degrado difficilmente reversibile del tessuto sociale». (m.rod.)