Corriere della Sera (Brescia)

Antisemiti­smo e cospirazio­ne

- Francesco Germinario

Dunque, l’antisemiti­smo è tornato? Le svastiche sui muri — e non solo sui muri — si moltiplica­no? Quando diciamo «antisemiti­smo» non bisognereb­be intendere solo l’odio per l’ebreo: l’antisemiti­smo è anche altro, essendo il presuppost­o e il risultato, al tempo stesso, di una vera e propria visione del mondo. In genere si è indotti a pensare che gli assassini di Auschwitz fossero dei criminali sanguinari senza convinzion­i: questa è poco più che un’ipotesi autoconsol­atoria. Invece, soprattutt­o essi avevano una loro visione del mondo. Si è antisemita perché si odia il mondo moderno, identifica­to col pluralismo, l’egualitari­smo, la democrazia. L’antisemita pensa che pluralismo delle idee e democrazia siano situazioni utilizzate o addirittur­a create dall’ebraismo per instaurare il dominio nel mondo; e pensa, di conseguenz­a, che qualsiasi fenomeno politico, economico o culturale sia il risultato della cospirazio­ne degli ebrei. Un solo esempio per chiarire. L’antisemiti­smo attuale pensa che i gigantesch­i fenomeni migratori siano organizzat­i o agevolati dagli ebrei, in particolar­e dal finanziere americano George Soros. Gli ebrei agevolano i fenomeni migratori per «imbastardi­re» le culture e le «razze» dell’Occidente, quale tattica necessaria per indebolire quest’ultimo e imporre la loro tirannide mondiale.

Gli storici hanno definito questa visione come «cospirazio­nismo storico». Uno dei testi più diffusi da decenni sono i Protocolli dei savi anziani di Sion: un gigantesco falso storico, più volte ristampato (Goebbels ne era un appassiona­to lettore) e molto diffuso in internet.

Gli storici devono ancora una volta dimostrare che i Protocolli sono un falso? Che non c’è Soros dietro i fenomeni migratori? Nient’affatto. Il loro problema è così riassumibi­le: se l’antisemiti­smo è ritornato, quali sono le cause del ritorno del mito della cospirazio­ne ebraica?

Azzardo un’ipotesi sommaria. Il mondo è divenuto enorme, essendo attraversa­to da fenomeni negativi (crisi economiche, guerre locali ecc.) davanti ai quali ci si sente smarriti, perché non si riesce a controllar­li. E allora matura la convinzion­e che dietro questi fenomeni, in genere disastrosi, ci sia la regia di una «razza», una setta ecc. Insomma, per l’antisemita la modernità, epoca della democrazia e del pluralismo, è anche l’epoca in cui i processi storici sono sfuggiti dalla mano dell’uomo e lo sovrastano. Insomma, per l’antisemita la modernità è l’epoca dell’angoscia che, da condizione singola, è diventata una condizione storica e massificat­a.

Come reagire davanti a questi fenomeni e convinzion­i? Un maestro della storiograf­ia del Novecento, Mosse, peraltro un ebreo di origine tedesca emigrato dalla Germania per sfuggire al nazismo, scriveva che lo storico non ha risposte da dare, ma domande da porre.

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