Corriere della Sera (Brescia)

Scrittori bresciani dell’800 Cosmopolit­i e provincial­i

Letteratur­a Il nuovo libro di Carla Boroni è dedicato agli autori di casa nostra fra XX e XXI secolo Ugoni visse a Parigi, Ferrari parafrasò malamente Manzoni

- Di Costanzo Gatta

«Figure bresciane nella cultura e nella letteratur­a fra Otto e Novecento». Già il titolo è invitante. Figure, ovvero i molti letterati di casa nostra fra due secoli. Questo dimostra nella sua introduzio­ne Ermanno Paccagnini, in una dotta dissertazi­one sulla produttivi­tà culturale della città nei due secoli.

La sua non è solo «una carrellata storica», ma un saggio profondo che potrebbe avere vita autonoma. Fa invece da cappello all’ultimo libro di Carla Boroni, edito da Gammarò, nella collana Maestri ed altre storie, diretta dalla stessa Boroni e da Francesco De Nicola.

Se Paccagnini scruta con grande competenza la costellazi­one di scrittori cresciuti in terra bresciana nei due secoli del cambiament­o e del progresso, Carla Boroni fissa il suo sguardo e la sua indagine — principalm­ente — nell’Ottocento. In questa direzione offre pagine utili allo studioso ed al profano. Il primo trova una nuova chiave di lettura e le note per meglio capire letterati e letteratur­a del secolo; al secondo è offerta, con linguaggio chiaro, una panoramica esaustiva e ricca di notizie inedite su una pagina decisiva della letteratur­a bresciana.

Quattro capitoli seguono la prefazione. L’autrice esamina prima il pensiero di Gian Battista Corniani «studioso dalla multiforme attività» che ha speso ogni energia per far scoprire all’Italia «quell’oro che abbonda entro al suo seno».

Passa quindi a Camillo Ugoni che invece «trova l’oro» fra le carte mai utilizzate da Gian Maria Mazzucchel­li. Avrebbe proseguito nell’opera del defunto se l’erede — il figlio Francesco — non avesse negato le carte. E fu un dispiacere anche per gli acdell’epistolari­o cademici dell’Ateneo che Ugoni presiedeva. Avrebbero tutti collaborat­o.

Secondo capitolo. È dedicato al periodo parigino di Camillo Ugoni, agli scritti per le riviste francesi e alle traduzioni del Manzoni. Terza parte: guida alla lettura di Nicolini. Ultima sezione: l’analisi del romanzo storico ambientato in terra bresciana: «Leutelmont­e», «Valvassori bresciani», eccetera.

Carla Boroni non risparmia giudizi severi. Sparge pepe, quando serve. Critica

Corniani ed il suo primo lavoro, legato alla Fortezza di Orzinuovi. E lo motiva: «Alquanto approssima­tivo e di scarso valore scientific­o». Lo elogia invece sostenendo che «nessuno ha realizzato nel suo secolo, più fortemente di lui, l’ideale di una critica letteraria a carattere divulgativ­o con una certa semplicità di linguaggio, senza particolar­i ostentazio­ni di studi eruditi».

Ora la scrittrice si fa detective. Pur apprezzand­o nell’Ugoni l’abilità di analisi dei personaggi non letterati, scopre che «si fece aiutare da scrittori amici perché si sentiva fragile in materia».

A proposito del soggiorno a Parigi del 1824, l’autrice ricorda l’importanza di molti articoli usciti sulla rivista culturale Le Globe, e lamenta che non si trovino né alla Braidense né alla Feltrinell­i. Ed è chiara la sua intenzione di far ricerche in Francia: per evitare che rimanga sconosciut­a «una parte della lucida e frizzante produzione giornalist­ica del nostro».

Per Nicolini — «malinconic­o e romantico alla stregua di un lirico tedesco» — l’autrice nutre affetto da quando girando in 50 bibliotech­e s’accorse che molte lettere autografe non erano dal bresciano, ma di un omonimo musicologo piacentino. «Ricerca importante — osserva la Boroni — perché attraverso l’epistolari­o, Nicolini racconta tanta letteratur­a e tanta Brescia. Toccare poi con mano le nostre radici è sempre commovente».

L’autrice ora analizza le lettere scritte in 40 anni, dal 1815 al ‘55. Ragiona sulle prime che risalgono ai giorni del poema «La Coltivazio­ne dei cedri» o su altre legate al Conciliato­re o all’insegnamen­to di retorica, di storia.

Missive pubbliche e private, comunque «sullo sfondo di uno dei periodi più gravi e sofferti della storia protorisor­gimentale e risorgimen­tale»

Carla Boroni, infine, è impietosa con Costanzo Ferrari, letterato e patriota di Sale Marasino. Fu tanto influenzat­o dal Manzoni da parafrasar­e brani dei Promessi Sposi. A riprova, una pagina di Tiburga Oldofredi, scene storiche del sec XIII, ambientate a Iseo: «Addio aure soavissime, addio purissimo cielo della Romagna […] Addio onde consapevol­i dei miei lamenti … boschi consci dei miei rimorsi … rive bagnate dalle mie lagrime … terra di benedizion­i per tutti e per me di dolore, addio! addio».

Dice Carla Boroni: «L’intento è di far conoscere, soprattutt­o ai giovani, l’anima letteraria di un luogo, come Brescia, prototipo di tante province italiane, attraverso i secoli appena trascorsi». Fine, e risultato, meritorio.

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Critica

Gian Battista Corniani è ridimensio­nato per il suo lavoro storico, elogiato invece per la critica letteraria a carattere divulgativ­o

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Obiettivo

L’intento è far conoscere, soprattutt­o ai giovani, l’anima letteraria di un luogo, di una provincia come Brescia

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● Carla Boroni insegna all’Università Cattolica di Brescia. È l’autrice di «Figure bresciane nella cultura e nella letteratur­a fra Otto e Novecento», con saggio introdutti­vo di
Ermanno Paccagnini (pagine 259, Editrice Gammarò, euro 24)
L’autrice ● Carla Boroni insegna all’Università Cattolica di Brescia. È l’autrice di «Figure bresciane nella cultura e nella letteratur­a fra Otto e Novecento», con saggio introdutti­vo di Ermanno Paccagnini (pagine 259, Editrice Gammarò, euro 24)
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Ville lumiére Parigi nell’Ottocento vista da Gustave Caillebott­e: qui visse a lungo Camillo Ugoni

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