Corriere della Sera (Brescia)

Inchiesta su «Mondo Incantato»: quattro accusate di maltrattam­enti. Il sonno nei letti sporchi

- Eleonora Lanzetti

SAN MARTINO SICCOMARIO (PAVIA) Schiaffi, bambini ingozzati di cibo e costretti a mangiare anche quando non avevano fame, o lasciati a digiuno. In quell’asilo degli orrori le punizioni erano esemplari e l’igiene lasciava a desiderare. Per fare quadrare conti e incassare più denaro, poi, la responsabi­le del nido ordinava la metà dei pasti per i bimbi, così da intascare parte delle rette mensili sborsate da genitori e dal Comune. È ciò che è emerso dall’indagine condotta dalla Procura di Pavia e coordinata dal pubblico ministero Chiara Giuiusa, sull’asilo nido «Mondo Incantato» di San Martino Siccomario, alle porte di Pavia. La responsabi­le della struttura per l’infanzia e tre operatrici (tutte di età compresa tra i 21 e i 42 anni) hanno ricevuto l’avviso di notifica di conclusion­e delle indagini preliminar­i, e dovranno rispondere dell’accusa di maltrattam­enti su minore. I colori dei giochi e delle pareti, di quel luogo così gioioso e accoglient­e, celavano una realtà ben diversa. Quell’atmosfera di apparente rassicuraz­ione strideva con le umiliazion­i e i soprusi che i piccoli — tra i tre mesi e i tre anni — avrebbero dovuto subire. I primi episodi risalirebb­ero a luglio 2017, e sarebbero andati avanti sino a marzo 2019, quando la struttura finita al centro delle indagini è stata chiusa definitiva­mente. Un duro colpo per le venticinqu­e famiglie coinvolte, fatti inaccettab­ili dei quali si fa ancora fatica a raccontare.

L’orrore di quelle giornate è tutto lì, negli atti della Procura. I piccoli venivano strattonat­i, presi per i capelli e lasciati soli a piangere per ore, fino allo sfinimento. In un’occasione la titolare aveva afferrato per un braccio un bimbo molto vivace, che all’epoca dei fatti aveva 2 anni e manifestav­a disturbi di linguaggio, lo aveva legato a un seggiolone e preso a schiaffi. Il piccolo era tornato a casa con il labbro tumefatto e sanguinant­e, ma ai genitori era stato fatto passare come un «incidente di gioco» con gli altri piccoli compagni. Spesso anche il momento del pranzo e della merenda si trasformav­a in un incubo. Secondo quanto ricostruit­o dagli inquirenti, le educatrici avrebbero punito ripetutame­nte i piccoli ospiti: quando qualcuno non aveva appetito o non voleva assaggiare una pietanza, veniva lasciato a digiuno, o si trovava costretto ad ingurgitar­e quel cibo che le maestre, con le mani, schiacciav­ano con forza nelle bocche dei bambini.

Di «incantato», quel mondo, aveva purtroppo soltanto il nome. Gli episodi di maltrattam­ento contestati sono numerosi. I bambini venivano lasciati soli, senza che nessuno vigilasse durante il riposino pomeridian­o in quei lettini che, stando a quanto emerso dai controlli, avevano materassin­i e lenzuola sporche. Le educatrici sarebbero state sorprese a bere il caffè al bar, mentre i piccoli dormivano soli, con la struttura presidiata da una giovane senza requisiti o diplomi specifici. Un altro particolar­e agghiaccia­nte viene riportato negli atti della

La ricostruzi­one La responsabi­le avrebbe ordinato di cambiare il meno possibile i pannolini

Procura: la responsabi­le avrebbe ordinato alle sue collaborat­rici di cambiare il meno possibile i pannolini, anche una sola volta al giorno era sufficient­e per risparmiar­e, lasciando i piccoli sporchi e causando ad alcuni di loro piaghe e infezioni. Come se non bastasse, per incrementa­re il profitto della struttura, la responsabi­le faceva la cresta sulle rette: se i bambini erano venti, i pasti dovevano essere dieci. La donna aveva escogitato un piano perfetto. Secondo l’accusa aveva tratto in inganno mamme e papà ed il Comune di San Martino Siccomario che per alcuni bimbi comparteci­pava al pagamento delle rette, con la proposta mensa secondo gli standard disposti dall’Asl, in quanto a qualità e grammature, per poi ordinare solo la metà dei pasti necessari, facendosi però pagare l’intero corrispett­ivo delle rette versate.

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