IlluminaMi di note
Fare luce sulle periferie unendo le diverse culture attraverso performance, concerti e un docufilm È il progetto «Blues in Mi» del musicista Folco Orselli
«Illumineremo tutte le circoscrizioni della periferia. Coinvolgeremo le differenti culture che abitano Milano attraverso il blues, che non è solo un genere musicale nato come affrancamento dalla schiavitù, ma una sorta di esperanto dell’anima, un filo che unisce, dai ghiacci della Norvegia alle sabbie dei deserti africani; un linguaggio nato per manifestare l’interiorità delle persone, il loro desiderio di libertà». Con queste parole, Folco Orselli, pianista e cantautore formatosi nei locali dei navigli, descrive «Blues in Mi - quartieri identità di Milano», il progetto che vuole raccontare i luoghi e i sogni di chi vive lontano dal centro città attraverso la «musica dell’anima». «È un docu-film», spiega, «con un anno e mezzo di produzione. Tra il 2020 e il 2021, verrà pubblicato, per cinque volte, con cadenza trimestrale, un episodio filmico, curato dalla resicisti gia de Il Terzo Segreto di Satira, con un grande evento che si svolgerà in luoghi simbolo del piano quartieri del Comune, dalla biblioteca di Baggio al centro sportivo via Parri».
Il primo episodio, «Blues Contest: Hip Hop, Rap, Trap», sarà realizzato con tre ragazzi della periferia ovest di Milano, quella del Giambellino, Bonola, QT8 e Baggio, e prevede anche un’esibizione dal vivo, a marzo, ai Magazzini Generali, con il rapper Ernia testimonial della serata. «Metteremo insieme tre generi musicali, con tre ragazzi nati a Milano da genitori di culture diverse, Lokita, di Baggio, Islam Malis, italo-egiziano, Jay Dee di origini filippine. Loro faranno le “barre”, io ci metterò il blues. Riprenderemo il tutto e dimostreremo che attraverso una piattaviari forma comune — la musica — tre visioni diverse possono stare insieme». Il progetto prevede anche il «Green River Blues» ambientato nel Fiume Verde, il progetto di riforestazione urbana di Stefano Boeri volto a una visione integrata sul futuro dei sette scali ferromerci dismessi di Milano. «Coinvolgeremo danzatori di culture diverse», spiega, «che lungo i binari incarneranno lo spirito del verde che verrà. Saranno tutti vestiti di verde e il loro ballo, su un blues scritto per l’occasione, evocherà gli alberi e i fiori che entro il 2030 renderanno la nostra città più respirabile». Dopo un Blues Festival in via Padova e una scalata al Pirellone con un originale connubio tra sport e musica, gran finale alla Barona con «Playing for Change». «Ci saranno mudi strada da tutto il mondo che interpreteranno insieme, ognuno dal suo Paese, un brano evergreen. Attraverso un lavoro di montaggio audio-video, gli artisti suoneranno da luoghi diversi del pianeta dando l’impressione di suonare contemporaneamente il brano in questione: un chitarrista a Mosca, un pianista a Dubai, un cantante a Kingston, un ensemble di fiati a New Orleans. Vogliamo ricreare la stessa sensazione e collocare gli artisti di culture diverse in tutti i quartieri milanesi. Il brano è “Il ragazzo della via Gluck” di Celentano, riarrangiato in chiave dixieblues. Otterremo così un allegorico abbraccio musicale al corpo centrale della città da parte delle sue periferie».
Gran finale
Dai vari Paesi gli artisti interpreteranno insieme Il ragazzo della via Gluck