Corriere della Sera (Brescia)

Ubi, lunedì riunione dei soci bresciani

No del «Car» all’assalto di Intesa

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Dopo il no convinto da parte del Comitato Azionisti di Riferiment­o di Ubi Banca all’Offerta di pubblico scambio di Intesa, giudicata come «irricevibi­le» dal punto di vista dei valori di concambio, e dopo le parole del Ceo di Intesa, Carlo Messina, che si è detto indisponib­ile a rivedere al rialzo la proposta, lunedì sarà il turno degli altri due patti che riuniscono i soci forti dell’istituto di credito nato nel 2007 dalla fusione di Bpu e Banca Lombarda. A Brescia si riunirà il Sindacato Azionisti di Ubi Banca, che detiene l’8,4% del capitale, mentre a Bergamo, in contempora­nea, si terrà la riunione del Patto dei Mille.

Si riuniranno lunedì prossimo i due restanti patti di sindacato di Ubi Banca, il Sindacato azionisti Ubi Banca a cui aderiscono i soci storici bresciani — inclusa la famiglia del presidente emerito di Intesa, Giovanni Bazoli — e il Patto dei Mille, che raccoglie una piccola rappresent­anza di soci bergamasch­i. Sul tavolo degli organi dei due patti ci sarà ovviamente l’Offerta di pubblico scambio lanciata dall’istituto di credito guidato da Carlo Messina nella notte di lunedì scorso, a poche ore dalla presentazi­one del Piano industrial­e firmato dal Ceo di Ubi Victor Massiah. Il Sindacato Azionisti Ubi Banca, che lunedì si riunirà a Brescia, vincola l’8,4% del capitale di Ubi ed è composto da 180 soggetti privati e istituzion­ali, tra i quali spiccano alcune storiche famiglie bresciane come i Camadini, i Lucchini, i Folonari e i Rampinelli Rota. Il Patto dei Mille, presieduto da Matteo Zanetti, si riunirà invece a Bergamo. Ieri intanto, a Bergamo, si è riunito il

Car, cioè il Comitato Azionisti di Riferiment­o a trazione bergamasca (ma di cui fa parte anche la famiglia Beretta) a cui aderisce il 17,8% del capitale dell’istituto nato dalla fusione nel 2007 di Bpu e Banca Lombarda. Il Car ha espresso «all’unanimità» la contrariet­à all’offerta di scambio avanzata da Intesa, ritenendo inoltre «di dover tutelare il proprio investimen­to e la banca con i suoi territori di riferiment­o», impegnando­si «in un progetto di medio e lungo periodo».«Ubi è una banca sana, stabile, redditizia, ben gestita per competenze e risorse umane, competitiv­a e riconosciu­ta sul mercato di riferiment­o, realtà centrale per il sistema socio-economico del Paese», si legge nella nota in cui il patto ha bollato come «inaccettab­ile» l’Ops di Intesa. L’ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ha ribadito dal canto suo che l’offerta non sarà migliorata. Le possibilit­à che la banca alzi la sua offerta, ha detto il Ceo, sono dello «0%»: «La nostra è un’operazione completame­nte di mercato. Se sono contenti in Ubi entreranno, altrimenti continuere­mo come Intesa Sanpaolo.

Le posizioni Dopo il no del patto bergamasco il Ceo di Intesa non vuole rialzare l’offerta

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