Tintoretto: offerta ok futuro incerto
Albano (Aler): «Vicini a una svolta se la proposta sarà convincente»
I requisiti d’ammissione ci sono. «Se l’offerta tecnica di Redo sarà convincente e quella economica in linea con quanto ci si aspetta, potremmo dire che finalmente — dopo sei anni che la Tintoretto è vuota — ci sarà la riqualificazione di quel comparto». Non parla di svolta, ma è ottimista il presidente di Aler Brescia Albano Bertoldo, che ieri ha assistito all’apertura delle buste per l’alienazione della Torre Tintoretto di San Polo (oltre 190 appartamenti). In realtà, al bando d’asta pubblica ha partecipato una sola società: «Redo Sgr», la Spa dietro la quale c’è sia «Fondazione Cariplo» sia «Investire Sgr», operatore del risparmio gestito (specializzato in portafogli immobiliare) da anni interessato alla Torre del quartiere sud-est di Brescia. L’offerta di Redo è stata dichiarata «ammissibile» dai commissari, che sui requisiti hanno dato luce verde, pur chiedendo di motivare l’assenza del bilancio (non depositato, in quanto la spa è neocostituita). Ora si valuterà l’offerta tecnica e quella economica. Ma se l’iter sarà confermato e il progetto dovesse partire, i cantieri per ridare vita alla Tintoretto «dovrebbero durare all’incirca due anni». Ma demolizione o riqualificazione? «Deciderà l’operatore, noi volevamo solo alienare l’immobile perché il tempo è denaro» dice il presidente di Aler pensando a quanto è costata di Imu la Torre vuota da anni. Non sono mancate le polemiche sul prezzo a base d’asta (1,35 milioni), «ma questo è il prezzo di partenza, non quello di vendita. E poi — risponde Albano — è evidente che il valore lo fa il mercato». Non si sa al momento quanto Redo Sgr abbia offerto, ma nel bando c’era un vincolo del 70% di housing sociale. «Sbaglia chi dice che i prezzi sul mercato libero sono simili a quelli dell’housing sociale. Non è così» ribatte Albano. Quest’operazione,
condivisa con Loggia e Regione, «non è per fare cassa, ma per intercettare un bisogno sociale». La futura Tintoretto (con affitti sui 350 euro al mese) potrebbe attirare quella categoria sociale che ha un reddito troppo alto per accedere all’Edilizia popolare (Erp), ma troppo basso per andare nel mercato.
Senza un’offerta, Aler, Loggia e Regione avrebbero dovuto ripartire da capo. Invece si apre ora un’opportunità. «Il sedime della Torre è vicino al metrò, pertanto — dice Albano — quella è un’area attrattiva. E credo che il Comune debba favorirne il recupero». Il presupposto è che l’offerta tecnica ed economica siano congrue: per saperlo, ci vorranno 2 settimane. (m.tr.)
"Albano Con l’alienazione non si fa cassa, ma si intercetta il bisogno di chi cerca casa con prezzi calmierati