«Non si barattano principi per le poltrone»
Giorgio Ferrari, 43 anni, lavoratore autonomo, sposato con due figli, animatore di un’associazione culturale a Salò, è uno dei coordinatori provinciali di Italia Viva, il partito di Renzi. «L’idea del sindaco d’Italia mi trova concorde — spiega —. Arriva ancora dai tempi di Mariotto Segni quella proposta». Dubbi sulla tempistica? «È ovvio che è difficile ma già la scorsa estate Renzi si prese male parole da tutti quando per primo propose un governo alternativo. A me piace perché lui ha una visione di prospettiva. E questo è il momento giusto perché è proprio adesso che si vede ancor più che i governi non hanno forza adeguata». Economia e lavoro non sono temi più stringenti? «Guardi, se la mette su una scala di priorità è ovvio che al centro oggi ci sono economia e lavoro e che bisogna trovare il modo di far ripartire il Paese in stagnazione. Però si possono fare anche due cose insieme». Ipotesi sul governo traballante? «È ovvio che tutti speriamo che le cose si sistemino ma i principi non si possono barattare». Farebbe cadere il governo sulla prescrizione? «Non mi carichi di questa responsabilità, non lo merito — sorride —. Ripeto, non si barattano principi per le poltrone ma sicuramente la priorità oggi è mettere mano alla crisi economica». Dubbi sul fatto che, sullo sfondo, ci sia anche una partita di nomine nelle società pubbliche? «Non è quello: se fosse rimasto nel Pd Renzi avrebbe potuto muoversi anche di più da quel punto di vista». Del fatto che Italia Viva, a oggi, non abbia aperto il cuore degli italiani, non sembra preoccupato: «Non ho il polso dei sondaggi ma sul territorio vedo nuove adesioni e una crescita di consenso. E comunque la libertà di movimento che abbiamo oggi è impagabile. Sono stato iscritto al Pd ma non credo che avrei continuato. Da due anni sono nei comitati civici e sono pieno di entusiasmo». ( t.b.)