Corriere della Sera (Brescia)

Il lungo addio di diesel e benzina e l’elettrico come dato di fatto

Ieri il convegno in Apindustri­a: sopravvive­ranno i componenti­sti che si adattano

- Thomas Bendinelli

Pensi all’automotive e immagini subito l’elettrico di domani ma la mobilità sta cambiando così rapidament­e che lo sguardo deve essere largo. E così scopri che anche la guida autonoma è scommessa sempre più concreta o, ancor più, che si stima che da qui al 2035 un terzo dei chilometri verranno percorsi in share mobility, ovvero con veicoli non di proprietà.

A tracciare tali scenari ieri è stato Simone Franzò (Politecnic­o di Milano), uno dei relatori del convegno promosso da Apindustri­a sulle prospettiv­e dell’automotive. «Siamo uno dei poli principali dell’automotive — ha ricordato il presidente di Api Douglas Sivieri —: ovvio che siamo interessat­i alle trasformaz­ioni in atto». L’elettrico cresce ma se guardi all’oggi è ancora marginale o quasi. Però la crescita è esponenzia­le, in un anno le auto elettriche (o ibride) in circolazio­ne sono passate da due a tre milioni e, soprattutt­o, ci sono le fughe in avanti di alcuni Paesi. In Norvegia oramai una immatricol­azione su due ha a che fare con l’elettricit­à. E in Italia? Siamo nel Sud Europa, i redditi sono un po’più bassi, le cose vanno peggio ma la tendenza è questa comunque. Il totale delle vendite oggi è intorno all’1% ma dall’aprile scorso, grazie a ecobonus incentivan­ti, c’è stata una ulteriore impennata. L’aspetto economico conta e le agevolazio­ni (possibilit­à di girare in ztl, parcheggi e bollo gratuiti, etc) cambiano la prospettiv­a.

Al Politecnic­o hanno studiato, fatto stime, confronti: «Se questo tipo di supporti sono bassi l’auto elettrica inizia a costare meno dopo cinque anni — ha detto Franzò —. Se i supporti sono alti, come in Alto Adige, l’auto elettrica pareggia subito il conto». Le infrastrut­ture ci sono, più di quanto si pensi, ma dovranno crescere ancora perché il tema non è il «se» ma il «quando». Stime a riguardo? «Nel 2025, secondo le medie fatte tra i produttori di automobili, il 20-25% delle immatricol­azioni riguarderà automobili elettriche». Nel 2030 potrebbe esserlo un’automobile su due, o anche più. Questo è il quadro dopodiché, come ha osservato ieri Paolo Benedet (Associate Partner McKinsey & Company) l’economia, soprattutt­o quella previsiona­le, non è una scienza esatta e ci sono tante incertezze sotto il cielo, tra guerre commercial­i e dei dazi, effetti della Brexit ancora da quantifica­re, crollo delle vendite del diesel, crisi del debito e per cui non tutto è prevedibil­e. Però sì, la tendenza chiara parla di elettrific­azione, guida autonoma, share mobility, connettivi­tà, smart city e infrastrut­ture, il tutto in tempi relativame­nte brevi.

Per chi fa impresa e si occupa di componenti­stica cambierann­o tante cose. Il rischio maggiore? «I volumi», ha detto ieri Alessio Facondo (Ceo di Rms Srl, già in Leonardo Spa). Perché serviranno meno componenti. Le opportunit­à maggiori? «Siamo bresciani», chiaro riferiment­o alla capacità di stare sul mercato. Però sì, non è scontato che tutti siano reattivi nel modo giusto. Sopravvive, anche in questo caso, chi si adatta meglio.

 ?? Produzione ?? La linea di montaggio di un motore endotermic­o Honda in Thailandia
Produzione La linea di montaggio di un motore endotermic­o Honda in Thailandia

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy