Corriere della Sera (Brescia)

Il Po come ad agosto

- Di Anna Campaniell­o ed Eleonora Lanzetti

Livello del Po basso come se fosse piena estate, lago di Como prossimo allo zero idrometric­o e con le riserve inferiori al 25 per cento.

Gli effetti delle anomalie climatiche preoccupan­o gli agricoltor­i lombardi e hanno conseguenz­e ormai visibili, in particolar­e sui fiumi e sui laghi. Una situazione allarmante che emerge — oltre dal panorama sotto gli occhi di tutti — dai dati del monitoragg­io costante di Coldiretti sui principali bacini e corsi d’acqua del territorio.

L’idrometro sul lungolago di Como evidenzia un livello dell’acqua vicino allo zero e l’afflusso è costanteme­nte inferiore al deflusso, con una tendenza a un’ulteriore abbassamen­to. Il dato è ancora lontano dai minimi storici e nei mesi di gennaio e febbraio abitualmen­te il lago è basso, ma a questa situazione si aggiunge un livello di riempiment­o — che di fatto indica le riserve idriche — inferiore al 25 per cento. «A gennaio e febbraio normalment­e il lago scende a un livello basso, ma al contempo dovrebbe accumulars­i neve in montagna, cosa che invece non sta accadendo — dice Antonia Cadenazzi, presidente dell’associazio­ne Rive Lariane, che lavora per la tutela dell’ambiente lacuale del Lario —. Questo significa che la situazione è destinata a peggiorare perché non c’è riserva idrica e, se continuerà ancora a lungo a non entrare acqua nel lago di Como, rischiamo quindi un’emergenza nei prossimi mesi».

«Quello che più ci preoccupa e che è ormai evidente è l’anomalia della situazione climatica — aggiunge Cadenazzi —. A novembre abbiamo avuto cinque settimane di precipitaz­ioni intense e scrosciant­i cui ha fatto seguito un periodo di siccità che continua ancora». Questo è preoccupan­te e ha conseguenz­e serie, che già pesano sul settore agricolo «e, se non cambierà nulla, avranno poi effetti anche sulla tenuta delle rive del lago e sull’erosione. Quando abbiamo dato vita all’associazio­ne Rive Lariane l’emergenza era legata alla gestione delle acque, ora le conseguenz­e imprevedib­ili sono legate alla natura e al clima».

La siccità e le temperatur­e anomale, elevate per il periodo, preoccupan­o anche gli agricoltor­i del bacino del Po, costretti a fare previsioni altalenant­i sulle future semine. Terra arsa, con evidenti crepe come nei mesi estivi, e livelli del fiume pari a quelli che si registrano a metà agosto. Il livello idrometric­o del fiume

Tutta colpa della «finta primavera», in netto anticipo sul calendario, che fa tremare gli agricoltor­i pavesi in vista delle semine, questa volta non per colpa del gelo, ma proprio per i timori di un inaspettat­o periodo di siccità e gran caldo. Preoccupaz­ione anche in Oltrepò Pavese dove i vitigni potrebbero diventare particolar­mente vulnerabil­i per via del precoce germogliam­ento. «L’agricoltur­a è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidiana­mente le conseguenz­e dei cambiament­i climatici — spiega Stefano Greppi, presidente di Coldiretti Pavia —, con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrut­ture rurali».

Per cento è il livello di riserva idrica del lago di Como: un dato legato al fatto che la neve non si sta accumuland­o in montagna

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Il livello idrometric­o del Po è basso come in piena estate: ecco la situazione al Ponte della Becca, nel Pavese
Anomalie anche nei laghi di Como e di Iseo
(foto Milani). All’asciutto Il livello idrometric­o del Po è basso come in piena estate: ecco la situazione al Ponte della Becca, nel Pavese Anomalie anche nei laghi di Como e di Iseo

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