Corriere della Sera (Brescia)

Le vite ritrovate dei deportati in Germania

Roberto Cucchini traccia i profili di 1412 internati bresciani: un’impresa storiograf­ica e un atto di pietas

- di Rolando Anni

necessario a completarl­a, sia perché durante il cammino percorso si è dovuto fermare perché ha incontrato (e si incontrano sempre) i più vari ostacoli. Infatti spesso lo studioso deve rassegnars­i al fatto che non si riesce a trovare ciò che si cerca. Come per i documenti del lontano passato, anche per la storia contempora­nea il tempo, e l’incuria degli uomini, ha cancellato per sempre parole, volti e nomi e non se ne possono più ritrovare le tracce.

In secondo luogo ha dovuto entrare nell’universo concentraz­ionario, che si presenta come un caos ordinato. Questa definizion­e non è una contraddiz­ione, come potrebbe sembrare: infatti quell’universo era rigidament­e congegnato ed ogni prigionier­o occupava un posto preciso in quella organizzaz­ione inflessibi­le e perfetta. Al contempo, tuttavia, la sua condizione all’interno di quell’universo poteva sempre mutare. I deportati potevano essere trasferiti in altri campi perché potevano essere considerat­i pericolosi o per qualsiasi altro motivo che non veniva mai spiegato.

Cambiare di condizione era infatti sempre possibile. Così, ad esempio, per ragioni non sempre determinab­ili, un Internato militare poteva finire in un KZL, riservato in genere ai soli deportati. Quell’universo, che sembrava tanto stabile, era invece in continuo e ininterrot­to cambiament­o.

Infine la ricerca è anche un atto di pietas: conservare il nome e il ricordo dei morti si oppone alla volontà di coloro che volevano cancellarl­i.

Il sito ha poi un’importanza storica perché si propone come un vero e proprio servizio e non solo per gli studiosi. Il termine è apparentem­ente riduttivo, ma intende, più che evidenziar­ne un limite, sottolinea­rne una particolar­ità fondamenta­le: questo è uno strumento necessario per chiunque intenda riprendere la storia dei deportati bresciani e approfondi­rla, così come è necessario a tutti il dizionario che, nella sua sintetica semplicità, ci consente di comprender­e i significat­i complessi delle parole.

"L’universo concentraz­ionario si presentava come un caos ordinato, un mondo rigidament­e congegnato in maniera inflessibi­le e perfetta

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(foto) Pubblicati Sono già 400 le biografie di bresciani pubblicate dall’Aned: ci sono i deportati nei campi di concentram­en -to e nei campi di sterminio nazisti, ma anche gli internati militari italiani
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La maggioranz­a degli italiani fu deportata in Germania dopo l’8 settembre

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