Lesioni, legale condannato
I maltrattamenti non sussistono, ma le lesioni sì, in un episodio ai danni della moglie. Ridimensionando la pena, la Corte d’appello ha condannato a 6 mesi un avvocato.
Si è sempre difeso negando le accuse. Avvocato civilista di 52 anni, una casa sul Garda, era finito a processo per maltrattamenti e lesioni a danno della moglie (dalla quale si è poi separato). In primo grado, al termine del dibattimento, fu condannato a due anni e un mese. Ma dopo l’udienza (a porte chiuse per il coronavirus) di secondo grado, nonostante il sostituto pg avesse chiesto la conferma — la Corte d’Appello ha ridimensionato la pena e i capi di imputazione: sei mesi (sospesi e non menzione) e solo per un episodio di lesioni, alla fine del 2017. Assoluzione invece dall’accusa di maltrattamenti, contestati dal 2010 al 2018, quindi molto dilatati nel tempo. Così come da istanza della difesa (in aula gli avvocati Luigi Frattini e Graziella Renica) i giudici — presidente Claudio Maria Gaetano Mazza — hanno accolto una rinnovazione dibattimentale disponendo la deposizione di alcuni testi che avrebbero confermato come fosse spesso l’imputato il bersaglio di continue umiliazioni da parte della consorte. Tre gli episodi contestati di maltrattamenti, quindi di lesioni: «Aggressioni fisiche e verbali, anche in presenza dei figli, ingiurie, prevaricazioni, spintoni e sberle», innescati da litigi banali secondo la parte offesa. Ma anche un «tentativo di soffocamento», si legge nell’imputazione, l’ultimo in ordine cronologico e l’unico per il quale l’avvocato è stato condannato: risale al 26 dicembre 2017, quando dopo cena il 52enne avrebbe spinto la moglie sul letto mettendole le mani al collo e dandole una ginocchiata sullo sterno. In pronto soccorso ci andò il giorno dopo, prognosi di sette giorni. «Nessuna ecchimosi» dice la consulenza difensiva. Ma per i giudici le lesioni sussistono. Alla parte offesa (assistita dall’avvocato Laura Simenone) vanno mille euro di risarcimento. In primo grado erano 15mila. (m.rod.)