«Due milioni di mascherine ordinate per la Cina»
«Si entra uno alla volta» dice il cartello sulla vetrata della farmacia di via Mazzini a Manerbio, ma anche che «mascherine e igienizzanti sono esauriti». I presidi di protezione per tenere lontano il coronavirus sono ovunque come il Sacro Graal. E i prezzi, online soprattutto, sono lievitati in maniera esponenziale. «Sabato pomeriggio, in un’ora, abbiamo venduto 60 mascherine, smembrando confezioni multiple per cercare di accontentare tutti e non sappiamo quando arriverà la prossima fornitura», spiega Alessandro Tonani della Farmacia Priori. La farmacia resta un punto di riferimento, soprattutto in questi giorni in cui si chiedono indicazioni sui comportamenti da tenere. E non mancano richieste inusuali. «Ci è stata chiesta una fornitura di due milioni di mascherine». Roba da coprirci il fabbisogno dell’intera provincia di Brescia e oltre. L’ordine arriva da un’imprenditore cinese. «I costi sono schizzati alle stelle. Abbiamo attivato un canale iraniano per riuscire a completare l’operazione a un prezzo competitivo». Ma la destinazione finale non è il mercato bresciano. «Andranno in Cina dove sono introvabili, visto che la produzione, ora ferma, era concentrata proprio a Wu Han, epicentro del coronavirus». Intanto fuori, aspettando il turno: «La scuola è chiusa e mia moglie non andrà al lavoro perché non sappiamo a chi lasciare la bimba» dice un signore. «Questa vale oro — sfoggia un’altra la mascherina col filtro — le usa mio marito smaltire l’amianto. Il il massimo», ride e sdrammatizza. (l.g.)