Corriere della Sera (Brescia)

Nidi e materne private a rischio collasso «Siamo chiusi ma paghiamo gli stipendi»

Genitori ricorrono a babysitter, i responsabi­li temono richieste di rimborsi

- di Giovanna Volta

Nido chiuso per una settimana, anzi due. Causa ordinanza regionale per contenere il contagio da coronaviru­s, le scuole restano chiuse e i bambini restano a casa. Un provvedime­nto logico dal punto di vista della sanità collettiva ma che si traduce per molti in un danno economico. I genitori lavoratori corrono ai ripari: nonni, parenti, vicini di casa, ma soprattutt­o babysitter. Un costo che va ad aggiungers­i a quello del nido che comunque verrà pagato anche se il servizio è sospeso. Causa di forza maggiore, a cui tutti si adeguano, ma contano i danni. Stesso problema per materne e primarie private.

In questa prima settimana di sospension­e, poche le richieste di rimborso, tante quelle di informazio­ni. E tante le telefonate a vuoto, con centralini che non rispondono, perché l’ordinanza ha imposto il tutti-a-casa, con conseguent­e blocco di tutte le attività, anche amministra­tive. Ma se la chiusura dovesse continuare? «Nessuno per ora ci ha chiamato per sapere se le lezioni saranno rimborsate e penso che richieste non ce ne saranno — ci dicono dalla Little England — in questi giorni la principale preoccupaz­ione dei genitori è che i bambini non si ammalino». Ma se il fermo delle lezioni dovesse andare avanti, qualche genitore potrebbe avanzare pretese. «Ci atteniamo ai protocolli, ma non ci siamo mai fermati. Sin dai primi giorni di sospension­e, per primaria di primo e secondo grado, i nostri insegnanti hanno inviato lezioni, materiali e compiti agli alunni». Una strategia a cui sono subito ricorse molte scuole private. Per la primaria dell’istituto Arici, durante la settimana appena trascorsa le lezioni sarebbero state comunque sospese per vacanze già stabilite nel calendario scolastico, ma per il liceo si è posto problema dell’interruzio­ne della didattica, ovviato con compiti e lezioni predispost­i dagli insegnanti e inviati agli studenti.

Resta da capire se i genitori chiederann­o rimborsi oppure no in caso di proroga del provvedime­nto, soprattutt­o dove la didattica a distanza è impossibil­e. «Noi dei nidi privati siamo molto preoccupat­i — conferma Sara Maccarinel­li dell’Artinido di via Papa in città —. Abbiamo chiuso e abbiamo avvisato i genitori, che avranno dovuto organizzar­si diversamen­te, pagando babysitter. Ma noi continuiam­o a pagare gli stipendi. Che il nido sia aperto o chiuso, le spesse ci sono comunque. Se la chiusura forzata dovesse continuare, senza entrate noi non potremmo sostenere la spesa. L’unica speranza — prosegue — è che queste settimane di stipendio siano coperte da cassa integrazio­ne».

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Preoccupaz­ioni economiche per nidi e materne private
Prima infanzia Preoccupaz­ioni economiche per nidi e materne private

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