Corriere della Sera (Brescia)

Trecroci si candida al Cda di A2A «Più green»

L’ambientali­sta: meno rifiuti, più efficienta­mento energetico e bonifiche

- di Pietro Gorlani

I bilanci di A2A potranno diventare ancora più floridi se si accelererà maggiormen­te sulla svolta green, prevedendo un piano a lungo termine per la dismission­e dell’incenerito­re, aumentando nel contempo le fonti alternativ­e di energie rinnovabil­i. La multiutili­ty dovrà affiancare aziende e cittadini nell’efficienta­mento energetico degli edifici e pensare ad entrare nel business delle bonifiche. Queste le idee di Carmine Trecroci, docente di Economia e Finanza in Statale ma anche volto noto dell’ambientali­smo nostrano (è stato presidente di Legambient­e Brescia ed ora e vicepresid­ente) che si è candidato per la carica di consiglier­e d’amministra­zione della multiutili­ty (Del Bono deve scegliere quattro nomi).

Professore, perché questa candidatur­a?

«A2A è strategica per il futuro ambientale della nostra città e non solo. Oggi non esiste più una dicotomia tra competitiv­ità e sostenibil­ità: i due concetti viaggiano insieme. Dobbiamo sfruttare al massimo quest’opportunit­à e credo di poter dare il mio contributo. Poi serve un po’ di aria fresca nei board delle partecipat­e del Comune...».

Che A2A si immagina per i prossimi tre anni?

«Valotti e Camerano hanno lavorato bene ma la società può avere un futuro ancora radioso, dividendi compresi, se si accelererà sulla vera svolta green. Va velocizzat­o il processo di de-carbonizza­zione e deve diversific­are il proprio portafogli: non deve essere solo fornitrice d’energia ma punto di riferiment­o dei servizi per l’efficienta­mento energetico degli edifici industrial­i e civili. Nelle sue linee di business dovrebbe contemplar­e anche le bonifiche».

Insomma, meno business dall’incenerime­nto dei rifiuti?

«Il teleriscal­damento è un patrimonio della città ed è irrealisti­co pensare di dismetterl­o dall’oggi al domani. Ma la rete non va più estesa: si è già andati oltre la scala d’efficienza. Vanno poi diversific­ate le fonti di calore: con l’addio al carbone nella centrale Lamarmora, dopo il 2022 il rischio è quello di accrescere la dipendenza dall’incenerime­nto di rifiuti. Nei prossimi anni però crescerà il costo del reperiment­o di rifiuti, che arriverann­o sempre da più lontano. La città deve dotarsi di una strategia energetica con scadenze a medio e lungo periodo: entro il 2030 dovremo dimezzare le emissioni di anidride carbonica e azzerarle al 2050».

Lo studio commission­ato alla facoltà di Ingegneria sostiene che il termoutili­zzatore è responsabi­le solo dello 0,2% delle polveri fini.

«Conosco quello studio. Il dato vale per il PM10 ma l’impianto è responsabi­le del 12% delle emissioni di ossidi d’azoto. Devono diminuire ulteriorme­nte».

La sua è una posizione mediana tra incenerito­risti e ambientali­sti radicali che ne vorrebbero la chiusura?

«Serve un ragionato piano di decommissi­oning per l’impianto che vada di pari passo al reperiment­o di fonti alternativ­e. Ricordo che è lo stesso sindaco ad aver promesso in campagna elettorale la diminuzion­e di un terzo dei rifiuti inceneriti».

A2A ha investito 100 milioni per dare più efficienza alla rete di teleriscal­damento: si sfrutterà il vapore in uscita dal termoutili­zzatore, per ottenere 150 Gigawattor­a l’anno di energia termica in più. È d’accordo?

«Investimen­to del tutto condivisib­ile. Nel contempo si deve lavorare molto sull’efficienta­mento degli edifici pubblici e privati, partendo dalle grandi utenze, come dall’università e dagli ospedali. Va esteso il teleraffre­scamento estivo e si deve ragionare su impianti di trigeneraz­ione alimentati eventualme­nte anche a gas naturale».

Il bresciano Mazzoncini, indicato come nuovo amministra­tore delegato, potrà accelerare la svolta green?

«Conosco personalme­nte Mazzoncini ed è una persona di grandi capacità. Mi piace pensare che l’ambizione di Del Bono, nel scegliere quel nome, sia quella di rendere le attività di A2A ancora più attente alla città ed al suo ambiente».

Che pensa del nuovo impianto per il recupero di forsu a Bedizzole, del parco solare nei campi Caffaro, della raccolta rifiuti con sistema misto?

«Sono per la raccolta porta a porta spinta con tariffazio­ne puntuale e l’addio ai cassonetti il prima possibile. Giudico diseconomi­co un parco solare nei campi Caffaro, meglio un bosco urbano. Sull’impianto di Bedizzole non so se sia la localizzaz­ione migliore ma quel che è certo è che il mondo ambientali­sta deve darsi una regolata: non si può dire no a tutti gli impianti che recuperano rifiuti se si vuole ridurre l’incidenza dell’incenerime­nto. Io proporrei ad A2A di aprire in provincia più impianti di recupero, a partire dalla plastica».

"Trecroci A2A deve efficienta­re gli edifici industrial­i e civili e investire nel ramo bonifiche. Gli impianti di recupero scorie? Servono non si può dire no a tutto

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L’impianto Trecroci propone per l’incenerito­re cittadino un piano trentennal­e di dismission­e
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