Trecroci si candida al Cda di A2A «Più green»
L’ambientalista: meno rifiuti, più efficientamento energetico e bonifiche
I bilanci di A2A potranno diventare ancora più floridi se si accelererà maggiormente sulla svolta green, prevedendo un piano a lungo termine per la dismissione dell’inceneritore, aumentando nel contempo le fonti alternative di energie rinnovabili. La multiutility dovrà affiancare aziende e cittadini nell’efficientamento energetico degli edifici e pensare ad entrare nel business delle bonifiche. Queste le idee di Carmine Trecroci, docente di Economia e Finanza in Statale ma anche volto noto dell’ambientalismo nostrano (è stato presidente di Legambiente Brescia ed ora e vicepresidente) che si è candidato per la carica di consigliere d’amministrazione della multiutility (Del Bono deve scegliere quattro nomi).
Professore, perché questa candidatura?
«A2A è strategica per il futuro ambientale della nostra città e non solo. Oggi non esiste più una dicotomia tra competitività e sostenibilità: i due concetti viaggiano insieme. Dobbiamo sfruttare al massimo quest’opportunità e credo di poter dare il mio contributo. Poi serve un po’ di aria fresca nei board delle partecipate del Comune...».
Che A2A si immagina per i prossimi tre anni?
«Valotti e Camerano hanno lavorato bene ma la società può avere un futuro ancora radioso, dividendi compresi, se si accelererà sulla vera svolta green. Va velocizzato il processo di de-carbonizzazione e deve diversificare il proprio portafogli: non deve essere solo fornitrice d’energia ma punto di riferimento dei servizi per l’efficientamento energetico degli edifici industriali e civili. Nelle sue linee di business dovrebbe contemplare anche le bonifiche».
Insomma, meno business dall’incenerimento dei rifiuti?
«Il teleriscaldamento è un patrimonio della città ed è irrealistico pensare di dismetterlo dall’oggi al domani. Ma la rete non va più estesa: si è già andati oltre la scala d’efficienza. Vanno poi diversificate le fonti di calore: con l’addio al carbone nella centrale Lamarmora, dopo il 2022 il rischio è quello di accrescere la dipendenza dall’incenerimento di rifiuti. Nei prossimi anni però crescerà il costo del reperimento di rifiuti, che arriveranno sempre da più lontano. La città deve dotarsi di una strategia energetica con scadenze a medio e lungo periodo: entro il 2030 dovremo dimezzare le emissioni di anidride carbonica e azzerarle al 2050».
Lo studio commissionato alla facoltà di Ingegneria sostiene che il termoutilizzatore è responsabile solo dello 0,2% delle polveri fini.
«Conosco quello studio. Il dato vale per il PM10 ma l’impianto è responsabile del 12% delle emissioni di ossidi d’azoto. Devono diminuire ulteriormente».
La sua è una posizione mediana tra inceneritoristi e ambientalisti radicali che ne vorrebbero la chiusura?
«Serve un ragionato piano di decommissioning per l’impianto che vada di pari passo al reperimento di fonti alternative. Ricordo che è lo stesso sindaco ad aver promesso in campagna elettorale la diminuzione di un terzo dei rifiuti inceneriti».
A2A ha investito 100 milioni per dare più efficienza alla rete di teleriscaldamento: si sfrutterà il vapore in uscita dal termoutilizzatore, per ottenere 150 Gigawattora l’anno di energia termica in più. È d’accordo?
«Investimento del tutto condivisibile. Nel contempo si deve lavorare molto sull’efficientamento degli edifici pubblici e privati, partendo dalle grandi utenze, come dall’università e dagli ospedali. Va esteso il teleraffrescamento estivo e si deve ragionare su impianti di trigenerazione alimentati eventualmente anche a gas naturale».
Il bresciano Mazzoncini, indicato come nuovo amministratore delegato, potrà accelerare la svolta green?
«Conosco personalmente Mazzoncini ed è una persona di grandi capacità. Mi piace pensare che l’ambizione di Del Bono, nel scegliere quel nome, sia quella di rendere le attività di A2A ancora più attente alla città ed al suo ambiente».
Che pensa del nuovo impianto per il recupero di forsu a Bedizzole, del parco solare nei campi Caffaro, della raccolta rifiuti con sistema misto?
«Sono per la raccolta porta a porta spinta con tariffazione puntuale e l’addio ai cassonetti il prima possibile. Giudico diseconomico un parco solare nei campi Caffaro, meglio un bosco urbano. Sull’impianto di Bedizzole non so se sia la localizzazione migliore ma quel che è certo è che il mondo ambientalista deve darsi una regolata: non si può dire no a tutti gli impianti che recuperano rifiuti se si vuole ridurre l’incidenza dell’incenerimento. Io proporrei ad A2A di aprire in provincia più impianti di recupero, a partire dalla plastica».
"Trecroci A2A deve efficientare gli edifici industriali e civili e investire nel ramo bonifiche. Gli impianti di recupero scorie? Servono non si può dire no a tutto