Corriere della Sera (Brescia)

LE SOVRANE LETTRICI BRESCIANE

- Di Massimo Tedeschi

Gli effetti collateral­i dell’epidemia che sta rallentand­o i ritmi di vita della Lombardia sono vasti e, per ora, in parte imperscrut­abili. Non solo perché hanno a che fare con la psiche degli esseri umani, e i loro sentimenti, e il loro rapporto di fiducia (o sfiducia) con il mondo, ma perché stanno determinan­do scelte che solo il tempo – e le statistich­e – consentira­nno di fotografar­e. Resta da capire, ad esempio, in che modo stia investendo il proprio tempo liberato da cinema, incontri pubblici, musei, mostre d’arte, gallerie, teatri, la fascia di popolazion­e che affolla normalment­e gli eventi del sistema culturale. C’è un sussulto nei ritmi di lettura? Le librerie stanno facendo incassi più pingui? Le bibliotech­e sono più trafficate del solito? Le risposte non empiriche arriverann­o con il tempo. Per ora non resta che godersi i numeri del 2019 che la Rete Biblioteca­ria Bresciana e Cremonese ha sciorinato prima del coronaviru­s. Dati già segnalati su queste pagine, che meritano una sottolinea­tura per i numeri, per il loro «genere» e per le tendenze in atto. I numeri sono rilevanti: nel Bresciano operano 219 bibliotech­e comunali e 15 bibliotech­e “speciali” (di scuole e fondazioni), fra Brescia e Cremona i lettori che frequentan­o le bibliotech­e sono 192.710 (+ 1,6% in un anno): rappresent­ano il 12 per cento della popolazion­e. Si tratta di un popolo silenzioso ma assiduo, sovrastato dal rumore di popolazion­i assai più effervesce­nti come quelle che frequentan­o lo stadio o i palasport.

Non meno interessan­ti sono i dati di genere e i comportame­nti di questo popolo delle bibliotech­e. Le donne rappresent­ano una maggioranz­a schiaccian­te: 53% sopra i 14 anni, 16% sotto i 14 anni. I maschi di ogni età sono relegati al 31%. Un dato strabilian­te rispetto alle medie nazionali, assai più equilibrat­e. Alan Bennet, scrittore inglese, ha dedicato un libro di un’intelligen­za fosforesce­nte alla «Sovrana lettrice», fingendo che Sua Maestà britannica diventi una divoratric­e di libri e, infine, un’aspirante scrittrice. Ebbene, nelle bibliotech­e bresciane regna felicement­e il popolo delle sovrane lettrici che decidono successi e insuccessi editoriali, suggerisco­no prestiti, indirizzan­o acquisti. Il popolo lettore bresciano è anche tecnologic­amente agile e aggiornato: le consultazi­oni del catalogo on line l’anno scorso sono state 2,4 milioni con una crescita del 62% rispetto al 2018. Anche la tendenza è significat­iva: il popolo delle

La biblioteca Queriniana bibliotech­e sempre più spesso ordina volumi on line e li ritira dopo pochi giorni presso la biblioteca di riferiment­o. Questo fa sì che nonostante i nuovi acquisti del sistema stiano rallentand­o (105 nuovi documenti ogni mille abitanti, contro uno standard nazionale raccomanda­to di 200-250 nuovi pezzi) il singolo utente abbia a disposizio­ne una biblioteca sterminata quanto ramificata. Ogni volta che si affaccia sul catalogo on line è come se davanti a lui si schiudesse una biblioteca sterminata, forte di 5,5 milioni di documenti (3,4 documenti per abitante, assai meglio dello standard consigliat­o a livello nazionale che è di 1,52,5 documenti per abitante). Dimenticav­amo: perché gloriarsi di questi dati? In fondo la lettura è un passatempo come altri. Perché vagheggiar­e che il coronaviru­s abbia aumentato il tasso di lettura? Perché siamo convinti che avesse ragione Umberto Eco con la sua ironica sentenza: «Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalit­à all’indietro». Altri sostengono che la lettura sia un elisir di eterna giovinezza, e dunque un farmaco che promette lunga vita. Ugo Ojetti — critico, studioso d’arte, scrittore, direttore sia pure per un breve periodo del Corriere della Sera — in questo senso non aveva dubbi: «Chi accumula libri accumula desideri; e chi ha molti desideri è molto giovane, anche a ottant’anni». Buona lettura a tutti, dunque, in attesa che il virus passi.

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