Sfida europea, finisce il sogno Germani
Il Venezia vince 93-88 in un palazzetto deserto. Ora concentrazione sul campionato
Nulla da fare contro il Venezia che, in un palazzetto completamente vuoto per le imposizioni contro la diffusione del coronavirus, batte la Germani vincendo 93 a 88. Se la Reyer ha vinto due scudetti e ha messo una Coppa Italia in bacheca due settimane fa, c’è un perché: quando la palla scotta, loro sanno come si fa. Qualcosa, invece, si è guastato per la Germani. O forse Esposito e i suoi erano andati talmente oltre ai propri limiti, sino a gennaio, da aver illuso tutti che anche i miracoli fossero possibili. Così non è stato. I quarti di finale di Eurocup li giocheranno altre otto società. Ora testa al campionato, con un occhio ai bilanci se lo sport, come pare, chiuderà al pubblico per un mese.
La partita sembrava virtuale. Un allenamento agonistico, senza pubblico ma con lo speaker. L’occasione storica era però reale: la Germani, battendo Venezia con otto punti di scarto, si sarebbe qualificata ai quarti di Eurocup, traguardo impensabile a inizio stagione e ipotesi persino aliena dieci anni fa, quando il basket in città nemmeno esisteva. Brescia ha accarezzato il grande sogno nel secondo quarto: da Oldenburg era arrivata la notizia della certa vittoria di Patrasso, la prima conditio sine qua non; sul campo, grazie all’eccellente apporto della panchina e alla fiammata di Abass, la squadra era arrivata a guadagnare sei punti di margine sul 41-35 dopo la «bomba» di Zerini. Sembrava il momento giusto per azzannare Venezia, ma il vero squalo arrivava dalla laguna. Se la Reyer ha vinto due scudetti e ha messo una Coppa Italia in bacheca due settimane fa (lodevole il gesto della Germani: ha regalato agli avversari una pergamena celebrativa prima del match), c’è un perché: quando la palla scotta, loro sanno come si fa. Pur senza il contributo di Daye, Bramos e Goudelock, le tre principali bocche da fuoco, Venezia ha saputo rintuzzare la mini fuga grazie al funambolico Tonut e al sottovalutato De Nicolao. Sotto canestro, la stazza di Watt ha messo alla berlina i difetti strutturali della Leonessa, in evidente involuzione: ha vinto una gara in 41 giorni, per di più in volata contro Trieste. Qualcosa si è guastato. O forse Esposito e i suoi erano andati talmente oltre ai propri limiti, sino a gennaio, da aver illuso tutti che anche i miracoli fossero possibili. Così non è stato. Pur alla portata, i quarti di finale di Eurocup li giocheranno altre otto società, inclusa la Reyer che, dopo il sorpasso poco prima dell’intervallo, è scappata sino a chiudere 88-93. Resta una grande stagione europea della Germani: 16 incontri disputati, 8 vittorie, il primo girone superato. Ora si torna con la testa al campionato, dove va difeso con i denti il terzo posto. Da domani, però, le preoccupazioni di Brescia e degli altri club saranno soprattutto economiche: passasse il decreto governativo che vuole imporre un mese di marzo a porte chiuse per lo sport italiano, bisognerebbe dare un occhio al campo (prossimo avversario la Fortitudo) e l’altro al bilancio. Tocca alla federazione, ora, salvare il salvabile.