L’appello dei sindaci soli
Il disagio: per rispondere ai cittadini serve un report col numero dei malati in ogni paese
Il contagio non accenna a fermarsi, nel Bresciano i malati sono diventati oltre 100 con un migliaio di persone in quarantena e gli ospedali in situazioni molto critiche, tanto che al Civile sono state annullate tutte le ferie. Intanto i sindaci bresciani lanciano un appello alle autorità sanitarie: più informazioni sui contagiati nei paesi.
All’ospedale Civile di Brescia i medici stanno curando una bambina risultata positiva al coronavirus. Ha meno di un mese di vita e sarebbe in buone condizioni, ma la preoccupazione resta. Soprattutto dopo che al Papa Giovanni di Bergamo si era aggravato il quadro clinico di un neonato di 20 giorni, poi migliorato nel corso della giornata.
Intanto cresce ancora il numero dei contagi: da 1.254 a 1.520 in tutta la Lombardia, di cui poco meno della metà (698) sono in ospedale e altri 127 in terapia intensiva.
Anche nel bresciano si contano più pazienti positivi al coronavirus: erano 83 due giorni fa, ieri hanno superato quota 100. Ci sarebbero anche due nuovi decessi, che portano a cinque il bilancio dei morti.
E mentre nella nostra provincia sono un migliaio le persone in “quarantena” (contatti di persone già positive ai test), i casi accertati sono più di 100. Crescono a Leno (sei), a Montirone (quattro), a Orzinuovi (da 11 a 14), a Bagnolo (quattro), ma anche a Quinzano dove ci sono due positivi (una è ricoverata all’ospedale di Cremona). La Bassa bresciana è l’area più esposta, ma iniziano a registrarsi casi anche a Rezzato, Botticino, in Val Sabbia e in
Valcamonica, per esempio a Piancamuno. Per l’ospedale di Esine si tratta del secondo caso, come conferma il direttore dell’Asst Maurizio Galavotti. Nel presidio di Esine la direzione ha deciso di destinare il reparto di Pneumologia «prioritariamente» ai pazienti che hanno patologie respiratorie o sospetti di coronavirus. In più, è stato attivato «un ambulatorio per la gestione dei tamponi» in un luogo «idoneo e sicuro».
Nel frattempo, anche a Brescia
città il numero dei cittadini positivi al test è salito a sette. Il decesso della 69enne, che viveva nel quartiere di S. Bartolomeo, dimostra l’aggressività del virus. Come riportato da uno studio sul Covid-19 pubblicato su Lancet, gli esperti hanno notato un netto peggioramento respiratorio tra l’ottava e la nona giornata dalla comparsa dei sintomi. A dimostrazione che l’appello lanciato dall’assessore Gallera per ridurre i contagi e stare in casa è di vitale importanza. Nel frattempo, gli ospedali si stanno preparando al possibile aumento dei ricoveri.
Non a caso, anche nel presidio di Chiari hanno deciso di aumentare da cinque a sette i posti letto di rianimazione. Un po’ in tutti i presidi le Medicine si apprestano ad accogliere malati, ma l’ospedale più sotto pressione resta il Civile, dove la riorganizzazione interna ha permesso di mettere a disposizione più di 120 posti per i pazienti affetti da coronavirus (molti dei quali già occupati). Centrale è il reparto di Malattie infettive, dove il carico di lavoro è molto più alto di quanto i cittadini immaginino. L’ospedale è in emergenza, ferie bloccate per un mese.