Corriere della Sera (Brescia)

Licenziato per il coronaviru­s «La società di affitti è in crisi»

La catena di lusso: necessaria una ristruttur­azione Il caso arriverà in tribunale. «Attenti a speculazio­ni» Per la Cgil 300mila lavoratori sono in sofferenza

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l’azienda è pronta a pagare anche il corrispett­ivo per il mancato preavviso.

Doveva succedere e probabilme­nte succederà ancora. Dal giorno in cui sono scattate le misure che stanno limitando la vita delle persone e le attività delle imprese in molti hanno previsto che — dopo gli ammalati — l’effetto coronaviru­s avrebbe mietuto parecchie vittime tra i lavoratori. E infatti la Cgil milanese, che ha intercetta­to il caso del licenziame­nto del dipendente dell’azienda alberghier­a, reagisce: «C’è grande preoccupaz­ione per le ricadute che arriverann­o soprattutt­o nei settori già deboli, terziario e turismo in primis — commenta il segretario della Camera del lavoro, Massimo Bonini — che rimangono senza le necessarie coperture». E aggiunge: «Attenzione anche a chi potrebbe approfitta­re di questa situazione già drammatica». Approfitta­re in che modo? I sindacalis­ti fanno notare che, per esempio, anche nel caso del lavoratore licenziato «per coronaviru­s» l’azienda avrebbe avuto la possibilit­à di ricorrere al Fis, il Fondo di integrazio­ne salariale, «invece ha avuto fretta di sbarazzars­i di un dipendente». E infatti il provvedime­nto sarà impugnato. Ma l’allarme va ben oltre i singoli casi. Secondo le stime del Dipartimen­to mercato del lavoro della Cgil di Milano sono poco più di 300 mila i lavoratori dell’area milanese che stanno soffrendo per questa situazione. «La loro condizione oscilla tra riallineam­ento del part time, ridimensio­namento del lavoro a chiamata, rischio di interruzio­ne del lavoro a termine o del lavoro somministr­ato — spiega Antonio Verona, che studia i dati dello scenario occupazion­ale metropolit­ano —. Tra loro, 230 mila hanno un contratto subordinat­o o interinale, 75 mila sono lavoratori autonomi, le cosiddette partite Iva». L’ambito più esposto è quello dei servizi, nel quale sono occupati almeno i 50 mila addetti dell’indotto di spettacolo, sport e benessere, e i 150 mila dipendenti di alberghi, ristoranti, bar, svago e divertimen­to. In tutto circa 200 mila lavoratori in sofferenza. «E il disagio maggiore non è avvertito soltanto tra i settori direttamen­te colpiti dai provvedime­nti ministeria­li, come scuole, palestre, teatri, musica e cinema — sottolinea Antonio Verona — ma anche bar, ristoranti e alberghi, che possono contare solo sugli ammortizza­tori ordinari e non sono destinatar­i dei provvedime­nti straordina­ri previsti per gli altri».

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(foto Bozzani) In viaggio Passeggeri in transito all’aeroporto di Malpensa: dall’inizio dell’emergenza virus i flussi sono in calo

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