Corriere della Sera (Brescia)

LA RICETTA PER SALVARE LA STAGIONE

- Di Riccardo Venchiarut­ti

Il turismo è in ginocchio. Inutile che ci giriamo intorno. L’emergenza corona virus ha colpito duro anche nella nostra provincia: aldilà degli annullamen­ti di questi giorni, pressoché totali, il terrore degli operatori del settore è che si blocchino definitiva­mente le prenotazio­ni. Il primo banco di prova sarà la Pentecoste, a fine maggio: è il tradiziona­le trampolino di lancio per la stagione sui mercati di lingua tedesca e nello stesso tempo una fonte non indifferen­te di entrata per gli operatori. Spesso la «qualità economica» di una stagione dipende da una Pentecoste fortunata visto che in particolar­e dalla Baviera e dal Baden -Württember­g si mette in moto un flusso di turisti diretti al Gardasee, sul lago d’Iseo, Idro, in Franciacor­ta e nelle valli. La situazione critica è sotto gli occhi di tutti e, si dirà, colpisce, oltreché naturalmen­te il comparto industrial­e, anche il commercio, la ristorazio­ne, i servizi. Vero. Ma mentre ristoranti e bar potranno ripartire con una certa velocità quando, auspicabil­mente le cose si saranno sistemate (e il problema saranno gli indennizzi) alberghi, campeggi e le strutture extralberg­hiere si trascinera­nno per tutta la stagione la coda delle mancate prenotazio­ni, solo parzialmen­te ristorata dai viaggi last minute. Ma come far fronte a questa vera e propria calamità e come cercare di ripartire ? In questi giorni molti Enti pubblici del settore turistico ed operatori privati stanno pianifican­do campagne per cercare di arginare la valanga e porre le basi per un recupero anche parziale.

Azzeccare la tempistica in questi casi è essenziale: se si parte troppo presto si rischia di buttar soldi, vista la chiusura di molte tratte aeree, in particolar­e dal nostro scalo di riferiment­o e cioè Orio al Serio, nella vicina provincia bergamasca. Se si attende si rischia di arrivare lunghi, quando già i concorrent­i si saranno mossi. Il nodo centrale è rappresent­ato dal mercato estero: lo scorso anno su 10 milioni e 400 mila presenze di turisti nella nostra provincia, 7 milioni e mezzo sono state di stranieri.

La sensazione è che una parte di questo flusso sia fortemente a rischio, anche e soprattutt­o perché dipende in larga parte dalle tratte aeree. E allora, forse, sarà utile concentrac­i, nell’immediato, sul turismo interno che, nell’auspicabil­e eventualit­à che l’emergenza possa rientrare nel giro di qualche settimana, potrebbe ripartire con maggiore celerità. Confidando anche nella voglia di evasione dalle città che si manifester­ebbe e dalla contempora­nea scelta di vacanza autarchica, tipica delle situazioni di crisi. Insomma invitare gli Italiani a riscoprire la nostra provincia, per compensare le probabili defezioni di Herr Muller.

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