Corriere della Sera (Brescia)

Coronaviru­s, scuole chiuse fino al 15

Continua ad aumentare il numero dei contagiati: 142. L’ipotesi di un hotel per i meno gravi Orzinuovi resta il paese più colpito: altri due decessi e i positivi sono 19. Ospedali saturi

- Di Matteo Trebeschi

Salgono a sette le morti collegate al coronaviru­s: ieri sono deceduti due anziani di Orzinuovi. Si aggiungono ai precedenti decessi registrati a Orzinuovi, Cigole, Brescia, Chiari e Calcinatel­lo. IN aumento anche i contagiati: alle 10 di ieri erano 142, soprattutt­o nei paesi della Bassa. L’aumento dei contagi fa emergere un altro problema: la saturazion­e dei posti letto nelle strutture sanitarie bresciane. Già martedì sera un paziente è stato dirottato nel Milanese.

Il Civile scoppia: un anziano di Barbariga trasferito a Legnano (Mi). Posti letto dalle cliniche private

Salgono a sette le morti collegate al coronaviru­s: ieri sono deceduti due cittadini di Orzinuovi, entrambi anziani sopra gli 80 anni. Si aggiungono ai precedenti decessi registrati a Orzinuovi, Cigole, Brescia, Chiari e Calcinatel­lo. Ma emerge un altro problema: la saturazion­e dei posti letto nelle strutture sanitarie bresciane. Se il numero dei contagi aumenta troppo non ci saranno posti sufficient­i per tutti.

In realtà è già accaduto: martedì sera, un 77 enne di Barbariga positivo al coronaviru­s si è sentito male. Le sue condizioni si sono aggravate in fretta ed è stato portato in Pronto soccorso del Civile, dove però non avevano più posti in rianimazio­ne. Visto il quadro clinico, si è deciso di trasferirl­o all’ospedale di Legnano, nel milanese. Segno che gli oltre 120 letti del Civile, che ha fatto un grande sforzo di riorganizz­azione interna, non bastano. Non a caso, anche Poliambula­nza ha deciso di liberare altri posti: «Stiamo attivando di nostra iniziativa altri 24 letti nel reparto di Week Surgery 2, oltre ai 26 della seconda Medicina e ai 24 della Week Surgery 1» spiega il direttore della fondazione ospedalier­a, Alessandro Triboldi. In Poliambula­nza ci sono anche 16 posti di rianimazio­ne per pazienti gravi affetti da coronaviru­s, il Civile ne mette a disposizio­ne 19 che sono due terzi di tutti i letti intensivi. Ma se questi non sono saturi, poco ci manca. Ieri mattina, infatti, il numero dei contagiati bresciani aveva raggiunto quota 142: crescono i casi a Orzinuovi (19) e Brescia (17), ma anche in paesi come Montirone (da quattro a otto), Pontevico (5), Borgo San Giacomo (3), Bagnolo Mella (6). La Bassa e la Franciacor­ta sono le zone con più contagi, Escluso l’alto Garda sono sessanta i Comuni con almeno un contagiato. Non è immune nemmeno il capoluogo e l’hinterland. È chiaro che il contenimen­to dei contagi diventa di vitale importanza altrimenti i posti letto non bastano. A tal proposito le autorità locali stanno iniziando a pensare a come alleggerir­e la pressione sugli ospedali. C’è la possibilit­à di trasferirl­i all’ospedale militare Baggio di Milano ma è lontano e sarà presto pieno visti i tanti contagi in Lombardia. Esclusa l’ipotesi Ronchettin­o si valuta l’idea di trasferire i degenti ancora positivi, bisognosi di assistenza ma di un livello inferiore a quella ospedalier­a o le persone guarite ma troppo fragili per stare a casa in uno degli hotel vuoti proprio a causa del timore coronaviru­s. Il timore di Alessandro Fantini, vicepresid­ente di Federalber­ghi Brescia, è che un albergator­e, «se fa questa scelta, poi potrebbe far fatica a riconverti­rsi all’attività precedente». Servirebbe un albergo chiuso da non troppo tempo. E che sia ancora funzionant­e. Una struttura come il President di Roncadelle, un 4 stelle da 123 stanze fermo dal 2012. Qualcuno ipotizza anche un accordo con alcuni privati, ad esempio il Paolo VI della diocesi. Si sta muovendo la Loggia anche se la decisione spetta alla Regione e alla Protezione Civile nazionale.

Per sopperire alla scarsità di letti in ospedale si è mosso anche il Gruppo San Donato che ha fatto una proposta alla Regione: la clinica San Rocco (Ome) è pronta a mettere a disposizio­ne 18 posti letto per creare un reparto coronaviru­s e anche 9 letti di terapia intensiva. In Sant’Anna si sono attrezzati per isolare il paziente sospetto ma non lo tratterebb­ero: l’idea è quella di sopperire alla ridotta attività chirurgica dei grandi ospedali gestendo nella clinica di via del Franzone infarti e alcuni traumi. Città di Brescia, invece, si concentrer­ebbe soprattutt­o sull’ortopedia. Le tre strutture sono pronte, ma attendono il via libera definitivo di Regione e Ats. In questi giorni il Civile sta facendo i conti con decine di ingressi dal Pronto soccorso: l’ospedale è ormai saturo. Ecco perché in questa sfida gestionale dell’emergenza l’Ats di Brescia ha coinvolto anche strutture sociosanit­arie, come ad esempio Il Gabbiano, che gestisce l’ospedale di Pontevico: questi 20 posti letto per subacuti, come previsto da mesi, sono stati trasferiti su Leno. Si liberano spazi a Pontevico, che potrebbero accogliere nuovi degenti: non è chiaro se pazienti affetti da coronaviru­s in via di guarigione o altro tipo di degenti. L’obiettivo è uno: liberare posti letto, anche per gli interventi chirurgici non rinviabili.

Nel frattempo, oltre ai 143 bresciani contagiati ce ne sono oltre mille che sono in quarantena nelle proprie case. A Palazzolo, per esempio, una 80enne età ha scoperto di essere positiva al virus ed è in isolamento a casa. Un altro concittadi­no di 77 anni in vacanza ad Ischia con una comitiva di Bergamo è stato ricoverato in un ospedale di Napoli.

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