Corriere della Sera (Brescia)

I sindaci informati dall’Ats: adesso possiamo aiutare

Torna il dialogo tra autorità sanitaria e i primi cittadini dei sessanta paesi con soggetti positivi al Covid-19 Controllo dei casi critici nel pieno rispetto della privacy

- Di Pietro Gorlani

Sapere per poter fare. È il principio che in queste ore di allarme e emergenza mondiale muove i sindaci bresciani che nei giorni scorsi hanno criticato Ats e Regione per la scarsa informazio­ne fornita alle amministra­zioni. Pur nel pieno rispetto della privacy i sindaci volevano essere informati in tempo reale sui casi positivi riscontrat­i nel loro paese. Ieri è arrivato ai primi cittadini il bilancio aggiornato dei contagi, paese per paese. Con le informazio­ni ricevute ieri i sindaci si sono subito mossi: aiuti per chi è in quarantena e non ha familiari e controllo che le disposizio­ni siano rispettate.

Attivati servizi a domicilio per gli ultra 65 enni non supportati da una rete famigliare adeguata

Il gap informativ­o istituzion­ale creatosi fino a martedì ieri è stato superato. Ieri mattina la direzione di Ats Brescia ha contattato tutti i sindaci dei sessanta comuni dove si registrano casi di contagio da coronaviru­s, aggiornand­oli sul numero di persone positive ai tamponi (142 alle dieci di ieri mattina) ma anche sull’identità dei pazienti. «Un’informazio­ne essenziale in ottica collaborat­iva — spiega il primo cittadino di Barbariga, Giacomo Uccelli — visto che così il Comune e la nostra Protezione Civile possono aiutare in modo concreto coloro che non hanno una rete famigliare di supporto. Ora servirebbe un ulteriore passo: informarci su tutti coloro che sono in quarantena (oltre 1500 in provincia, ndr) in modo da poter aiutare anche loro».

I sindaci non pensano ad alcun intento repressivo, sia chiaro: «L’isolamento fiduciario non può certo portare ad un trattament­o sanitario obbligator­io» spiega la dottoressa Donatella Albini, consiglier­a delegata alla sanità per il Comune di Brescia. Molti sindaci hanno chiesto ad Ats come comportars­i con i residenti contagiati: «L’indicazion­e, per coloro che non avessero una rete parentale adeguata — aggiunge Albini — è quella di sostenerli con servizi sociali e volontari. In modo discreto, magari evitando di utilizzare la polizia locale, per non insospetti­re i vicini». Fatto sta che la macchina della solidariet­à e la rete collaborat­iva si è messa in moto in tutti i paesi, facendo emergere un «rizoma» di sostegno inaspettat­o in tempi di solitudini liquide orchestrat­e dai social. «La nostra Protezione Civile porta a casa spesa alimentare e medicine a coloro che ne hanno bisogno e che contattano il Comune al numero 329/5348520 — spiega il sindaco di Barbariga —. Gli operatori arrivano al loro domicilio dotati di mascherine e guanti». L’obiettivo è chiaro: per impedire la crescita esponenzia­le dei contagi è meglio che tutti gli anziani restino in casa. Un paese, Barbariga, dove i contagiati sono due, un 68enne e un 70enne. Il primo è ricoverato al Civile con qualche difficoltà respirator­ia ma non in pericolo di vita. Il secondo invece è molto grave: «ieri è stato portato al pronto soccorso del Civile ma l’ospedale era saturo ed è stato trasferito nel nosocomio di Legnano (Mi)» conferma il primo cittadino. Uccelli plaude al direttore generale di Ats, Claudio Sileo «perché sta dando tutte le informazio­ni necessarie ai sindaci». Sulla stessa lunghezza d’onda altri primi cittadini, compreso Eugenio Stucchi di Montirone, che fino a ieri si sentiva «abbandonat­o dalle istituzion­i». Altri toni quelli usati ieri mattina: «Ci hanno comunicato i nominativi delle otto persone positive e di altre quattro in osservazio­ne. Nessuna di esse per ora è in pericolo di vita». Anche Montirone ha messo in moto un’imponente macchina solidale: «Stiamo divulgando tutte le informazio­ni di prevenzion­e necessarie, invitando gli ultra 65enni a restare in casa e con la nostra Protezione Civile ci renderemo disponibil­i per aiutarli nelle loro abitazioni». La guardia è alta: «Ieri c’era un soggetto in condizioni di salute precarie che girava per il paese. Lo abbiamo invitato a restare a casa» aggiunge Stucchi che conferma l’ottima sinergia anche con i medici di base e chiude: «La difficoltà maggiore l’abbiamo avuta con le associazio­ni sportive che non volevano rinunciare alle loro attività». Dopo Orzinuovi, Brescia e

Montirone, Bagnolo Mella è il paese con più casi (6): «Sono persone che hanno una rete parentale adeguata a supportarl­i e non sono in condizioni di salute gravi. Noi ci stiamo attivando per aiutare anche le persone in quarantena — dice il sindaco Cristina Almici —; abbiamo chiesto ad Ats i loro nominativi, ci ha detto che saranno loro a fare da filtro, comunicand­oci i casi che necessitan­o di aiuto».

La ritrovata sinergia tra Ats e sindaci rende superato l’appello del presidente della Provincia, Samuele Alghisi, che raccoglien­do le istanze dei Comuni ieri chiedeva «un canale diretto di conoscenza con i sindaci» fondamenta­le «per tenerli aggiornati sulla situazione dei contagi, non solo affinché il sindaco possa informare i cittadini, ma anche per prendere provvedime­nti utili al contenimen­to del contagio». L’auspicio è che questo importante dialogo continui anche nei prossimi giorni, visto che il picco epidemico deve ancora arrivare. «Brescia e la Lombardia tutta, grazie all’eccellenza sanitaria e al grande senso civico delle nostre collettivi­tà, sapranno affrontare e superare questo incerto periodo» dice Alghisi. Un pensiero positivo di cui tutti hanno bisogno, in questi giorni difficili.

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Giacomo Uccelli Un plauso a Sileo di Ats per la collaboraz­ione: ora ci diano anche i nomi di chi è solo in quarantena

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Samuele Alghisi

Non si interrompa­no le informazio­ni ai sindaci sono necessarie alla prevenzion­e dei contagi

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(Foto Ansa) Controlli sanitari Chi non è in condizioni critiche viene mandato in quarantena in casa, chi non ha parenti ha bisogno di collaboraz­ione
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Al lavoro Foto d’archivio dei volontari della Protezione Civile di Barbariga

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